Nicola a Radio Nostalgia: «Siamo stati bravi, ma non sono ancora soddisfatto»

Il tecnico rossoblù: «La cosa strana è che dopo una partita importante come quella che è il quarto risultato utile consecutivo, siamo ancora al terzultimo posto»

Nicola Genoa
Davide Nicola (foto di Genoa CFC Tanopress)

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Finisce con un sonoro 0-3 la sfida del D’Allara tra Bologna e Genoa. Una vittoria in trasferta che mancava da davvero un sacco di tempo e che permette ai rossoblù di accorciare la bassa classifica. Al termine del match, mister Nicola ha parlato in conferenza stampa davanti ai microfoni di Radio Nostalgia. Ecco le sue dichiarazioni:

«Ci siamo allenati fortemente al fine di fare risultati anche fuori casa, soprattutto contro una squadra che mi ha impressionato. Vedendola dal vivo mi sono reso conto del grandissimo lavoro che ha fatto Mihajlovic. Si tratta di una squadra che ha una produzione di gioco importantissima, un modo di giocare competente e capace. Stasera hanno sicuramente avuto una supremazia territoriale in alcuni frangenti, però siamo riusciti a controllarli molto bene concedendo loro lo stretto indispensabile. Di contro siamo riusciti a trovare il gol del vantaggio. E’ chiaro che poi la partita va vista nell’ottica di quello che poi accade e la superiorità numerica ci ha permesso di essere ancora più convinti di quello che si stava facendo. Siamo stati bravi, tranne che nel secondo tempo, nel quale, nonostante la superiorità numerica, abbiamo sbagliato ad abbassarci troppo, potendo invece pressarli più in alto. Però bisogna tener anche conto dell’avversario che abbiamo incontrato stasera».

Sulla convinzione che sta dando la squadra e la lucidità dopo il successo del Lecce

«Secondo me nulla è adesso decisivo. E’ il calcio moderno che ha modificato e indotto i giocatori, l’ambiente e i tifosi a ragionare in maniera per forza diversa. Non sarebbe finito nulla se avessimo perso stasera, ma avrebbe toccato l’emotività delle persone, la fiducia e tante altre cose. Noi dobbiamo assolutamente dissociarci da questo. Le abilità dei giocatori moderni sono soprattutto in funzione di questo, perchè c’è sempre chi gioca prima e chi gioca dopo, quindi bisogna essere in gamba e concentrarsi su se stessi. D’altra parte quello che fanno gli altri non lo possiamo controllare, però possiamo controllare la nostra prestazione e sapere dove vogliamo arrivare».

Sulla lotta retrocessione.

«Non lo so. Di partita in partita può sembrare una cosa, poi modificarsi tutto la giornata successiva. Anche questo è uno spreco di energie che ha poco senso da parte nostra. Per voi è un’altra cosa ed è giusto che ci possiate anche “giocare”. Fare delle previsioni fa parte del vostro lavoro. Per noi non ha senso fare previsioni sugli altri, ma possiamo fare una previsione di quello che vogliamo avere noi allenamento dopo allenamento, partita dopo partita».

Sulla rinascita di alcuni giocatori dopo il suo arrivo.

«Io credo che ognuno di noi come persona abbia delle qualità e dei difetti. E’ chiaro che la fiducia aiuta una persona. Ciò non toglie che attribuire ad un’unica persona tutto questo sia eccessivo. Quello che ho fatto con loro è essere stato molto chiaro, molto leale, dicendo quello che secondo me avevamo come qualità e su cosa dovevamo lavorare. Non sono ancora completamente soddisfatto. Vorrei ottenere molto di più in poco tempo, ma è anche vero che per ottenere un cambiamento ci vuole molto tempo e quindi i risultati ti servono per metterti nella condizione di poter lavorare, credendo che ciò che stai facendo ti porti alla conquista di qualcosa. La cosa strana è che dopo una partita importante come quella che è il quarto risultato utile consecutivo, siamo ancora al terzultimo posto e questa è la realtà. La prossima volta abbiamo una gara ancora più difficile o, quantomeno, ancora più difficile e siamo nella condizione di staccare due giorni per metterci nella condizione di lavorare e vedere se riusciamo a fare dell’altro».

Sulle condizioni di Pandev e Radovanovic.

«Non so ancora nulla, perchè chiaramente si parla con il dottore, ma non si ha ancora nulla. Siamo nel campo delle ipotesi e solo domani ci renderemo conto di quello che è accaduto. In ogni caso, Pandev ha avuto una botta, ma non so se si debba parlare anche di una distorsione. Lo vedremo. Nel caso di Radovanovic, ha avuto una torsione del ginocchio ed è rimasto in campo con il dolore. Sembrava potesse farcela, ma poi ha dovuto chiedere il cambio. Tutto qua».

Sul cambio di Ankersen.

«Anche questa è una situazione legata all’evolversi della partita. Le ammonizione e le espulsioni in genere sono nella quotidianità, sono aumentate perchè il calcio si è modificato e si cerca di prediligere il gioco all’interruzione anche fisica del gioco. Quindi, secondo me, era una situazione in cui si poteva rischiare, anche perchè in quella parte c’erano due giocatori competitivi e non volevo rischiare da questo punto di vista».

Su come sono stati neutralizzati Orsolini e Barrow.

«Abbiamo cercato di limitarli. E’ chiaro che è difficile, perchè sono dei giocatori di qualità che possono trovare  lo spunto in qualsiasi momento. Ciò che era importante era trovare il modo di bloccare le loro vie di fuga. Orsolini prende palla esterna ed è molto bravo ad accentrarsi, ha un gran tiro. Sono giocatori in grado di metterti in difficoltà sul calcio dinamico e su palla inattiva, quindi bisogna essere bravi e fortunati a non trovare la giornata positiva di questi giocatori».

Sul miglior Davide Nicola e sulla corsa salvezza con la Sampdoria.

«Nel mio caso spero che il miglior Davide Nicola sia quello della partita o degli anni successivi. Mi conosco e mi attribuisco delle qualità su cui credo ciecamente, in altri campi devo migliorare ancora, quindi spero in un divenire di questa qualità di volersi migliorare. Le persone diventano quello che sono se mantengono la voglia di migliorare».

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