Nicola a DAZN: «La salvezza è frutto di sette mesi di grandissimo impegno»

Il tecnico del Genoa: «Ho avuto il supporto da parte di tutti e l'unica cosa che mi dispiace è non essere riuscito a festeggiare con i miei tifosi»

Genoa Verona
Davide Nicola durante Genoa-Verona (Foto Genoa cfc Tanopress)

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.

Al termine della sfida del Ferrarsi tra Genoa ed Hellas Verona, finita 3-0 e valsa la salvezza per il Grifone, Davide Nicola ha parlato ai microfoni di DAZN:

 

«La cosa gratificante di tutta questa avventura è che ha confermato quanto detto all’inizio. Frutto di sette mesi di grandissimo impegno. L’impegno ce l’hanno messo tutti. Chiaro che debba parlare del mio. E’ come se ci fossimo salvati più volte, perchè è stato un campionato atipico che passerà sicuramente alla storia. Ricordo che questa squadra ha delle qualità, ma che non è riuscita magari ad esprimerle. Siamo arrivati alla 18esima partita a 4 punti dalla salvezza e abbiamo dovuto in 9 partite acciuffare il Lecce e abbiamo finito a +4. Abbiamo conquistato 28 punti. L’unico rammarico è che avremmo potuto salvarci un po’ prima. Però è stato davvero strano questo campionato. Estenuante, soprattutto nella seconda parte, ma quello che mi interessa è che la squadra, dal mio arrivo, ha totalizzato i punti per risalire in classifica. Da questo punto di vista non raggiungere l’obiettivo sembrava un fallimento e questa è una cosa che è utile per noi, ma soprattutto per i giovani. Lo dico sempre. La capacità di non guardare solo il risultato e di autovalutarsi. Questo è un gran lavoro a prescindere ed è chiaro che nel nostro mondo contano i risultati. Si trattava di fare un certo tipo di lavoro e siamo riusciti a farlo. Ho avuto il supporto da parte di tutti e l’unica cosa che mi dispiace è non essere riuscito a festeggiare con i miei tifosi».

 

Sui legami all’interno dello spogliatoio:

 

«E’ l’ambiente che è speciale, lo conosco e la gratificazione immensa e la sfida accettata è stata quella di venire in un posto che conoscevo e che da emozioni come pochi. Non so cosa succederà adesso e non ho manco la testa per mettermici a pensare ora, ma ripeto: le persone possono fare la differenza e per farla devi far credere che tutti possano essere utili, Se tenete presente questo, rispetto alla prima parte abbiamo perso 5-6 giocatori che giocavano stabilmente ed erano titolari e ho sempre detto a quelli che magari giocavano un po’ meno che sarebbe arrivata l’occasione nella quale avrebbero dovuto dare una mano al gruppo. Questo si è verificato e, a parte un giocatore, hanno giocato praticamente tutti e con la loro soddisfazione nella verità che si avvera dopo quello che gli dici, prendono tutti più consapevolezza. Voglio fare i complimenti al Lecce, che è stato con noi fino alla fine. Credo abbiano fatto un grande lavoro a prescindere dal risultato».

 

A Crotone per festeggiare ha preso la bici, adesso ha in mente qualcos’altro?

 

«No, stasera vado a casa e abbraccio mia moglie e i miei figli che sono stati venti giorni con me a gestire questa ultima cavalcata e vi assicuro che non hanno passato delle vacanze tranquille. La cosa che mi rende più orgoglioso è arrivare a casa e vedere gli occhi dei miei figli».

 

Su Pandev:

 

«Non sono certo io a scoprire Goran. Ciò che colpisce di Goran, ma potrei dire lo stesso di  Zapata, i nostri “vecchiettini” perchè ne hanno ancora è la fame che riescono a continuare ad avere. E’ questo che va mostrato ad un giovane che vuole iniziare questa carriera. Goran mi ha detto delle parole bellissime. Questa salvezza è meritata e mi ha ringraziato. Questo per me è la cosa più importante, perchè le relazioni sono il presupposto per costruire qualsiasi cosa. Non credo smetterà, penso gli sia tornata di nuovo la voglia».

 

 

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.