Nel 1963 la «Dea Bendata» sorrise al Genoa nel suo unico incontro non di campionato con la Spal

La monetina decise la vittoria e il passaggio in finale del Grifone contro il Milan nella Coppa dell'Amicizia Italo-Francese

Orazio Gittone

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Dopo la fine dei campionati 1961/1962, 1962/1963 e 1963/1964 (il primo giocato e vinto in Serie B, gli altri due in Serie A conclusisi con due salvezze rispettivamente rocambolesca – sorpasso nei confronti del Napoli all’ultima giornata – e agevole – ottavo posto alla pari con Lazio, Catania e Atalanta –) il Genoa fece due partecipazioni a edizioni della Coppa delle Alpi (la prima riservata a formazioni delle appena concluse serie «cadette» italiana, svizzera e francese – del campionato elvetico parteciparono le due neopromosse e di quello transalpino le migliori tre delle quattro neopromosse –, la seconda a squadre delle massime serie italiana e svizzera) inframmezzate dall’iscrizione alla Coppa dell’Amicizia Italo-Francese. Il Genoa disputò in totale dodici incontri, di cui cinque in Italia, quattro in Svizzera e tre in Francia. I rossoblù conquistarono i tre trofei, grazie a undici vittorie sul campo e una per sorteggio nell’unica delle dodici partite disputata in campo neutro (all’“Ardenza” di Livorno), contro la S.P.A.L., in quello che fino ad oggi è stato la sola partita non valida per il Campionato giocata contro la compagine ferrarese (era la Semifinale della Coppa dell’Amicizia Italo-Francese 1963).
Differentemente da quanto accade adesso, una volta terminato il campionato, non c’era l’immediato “Rompete le righe!”, ma si giocavano degli incontri, meglio se ufficiali come quelli delle soprammenzionate competizioni internazionali organizzate dalle federazioni coinvolte, per provare giocatori che erano stati prestati ad altre squadre o notati dagli osservatori delle proprie e far «assaporare» le partite ufficiali di prima squadra a promettenti calciatori del settore giovanile. Fu così che quella sera si videro in campo nelle fila rossoblù il centravanti Giorgio Mognon, il quale aveva giocato un’unica volta, ventenne, nell’incontro casalingo di Campionato perso 0-2 con il Bologna domenica 27 settembre 1959 per poi essere «mandato a farsi le ossa» per una stagione agonistica nel Pisa (in Serie C) e per due nella Ruentes Rapallo (la prima in Serie D, la seconda in Serie C) e che in quella che sarebbe stata la sua ultima apparizione fallì al 29’ del primo tempo un facile «tap-in» da distanza ravvicinata, calciando sopra la traversa il pallone che il portiere spallino Eugenio Bruschini non era riuscito a trattenere su una forte conclusione dalla sinistra di Luigi «Luigino» Meroni II, e il centrocampista Orazio Gittone (sostituito dopo l’intervallo da Giancarlo Menini), il quale sarebbe entrato nella storia delle due contendenti per la sua rete, salutata dal boato dei tifosi chiavaresi amplificato da circa tremila genoani in mini-trasferta «tattica» (quel giorno il Vecchio Grifone era impegnato al “Gastone Brilli Peri” di Montevarchi, dove «restituì» alla locale Aquila il famigerato 0-1 dell’andata), per la rete al 27’ del primo tempo (l’unica dell’incontro) contro gli estensi, a cui i due punti tolti quella domenica 4 aprile 1971 dalla vittoriosa Entella sarebbero mancati a fine campionato per poter disputare lo spareggio per la promozione in Serie B contro gli uomini di Arturo «Sandokan» Silvestri; nelle fila degli estensi giocarono il terzino sinistro della Juventus Bruno Onorato Fochesato (che nel corso dell’estate sarebbe andato a Ferrara assieme a Giuseppe Castano I e Dante Crippa in cambio di Adolfo Gori e Carlo «Dellomo» Dell’Omodarme, approdati nella società bianconera) e l’ala sinistra Giuseppe Basilico, miglior marcatore in campionato – con tredici reti – della Cremonese, che militava in Serie C.
Se invece che un incontro di calcio fosse stato un match di pugilato, «ai punti» il successo in quella partita priva di reti tanto nei tempi regolamentari quanto in quelli supplementari sarebbe andato ai rossoblù (marcata «supremazia territoriale» nella prima mezz’ora di gioco – conclusione da distanza ravvicinata di Gastone «Nordalinho» Bean al 9’ respinta dal portiere degli estensi e calcio di punizione del medesimo attaccante rossoblù da una trentina di metri con pallone mandato a lambire la traversa al 15’, prima di quella già ricordata di Mognon – e nei tempi supplementari, in cui Bruschini impedì con ottimi interventi che la sua porta fosse violata), mentre gli estensi si fecero notare con due conclusioni di Dante «Pampurio» Micheli, la prima delle quali, al 36’ del primo tempo, mandò il pallone a sfiorare il palo sinistro e la seconda, al 3’ della ripresa, trovò il ventenne portiere Leonardo «Leo» Grosso, che diede inizio in quella competizione alla propria carriera agonistica, pronto a una spettacolare parata.
La squadra che tre giorni dopo avrebbe dovuto recitare la parte di «vittima sacrificale» a “San Siro” nella Finalissima contro il Milan fresco vincitore della Coppa dei campioni fu scelta dal lancio della monetina operato dall’arbitro Francesco Francescon di Padova: il capitano della S.P.A.L., Sergio Cervato, scelse croce, quello del Genoa, Bean, testa e la «Dea Bendata» premiò il rossoblù. Tre giorni dopo, rimontando nella ripresa con una doppietta al 23’ e al 35’ di Stefano Dal Monte la rete segnata dall’italo-brasiliano José Joăo «Mazzola» Altafini nel primo tempo, al 30’, il Genoa capitalizzò nella maniera migliore il regalo che aveva non immeritatamente ricevuto dalla fortuna a Livorno.

Livorno, giovedì 13 giugno 1963, Stadio “Ardenza”, ore 21:30
Genoa-S.P.A.L. 0-0 (vince il Genoa per sorteggio con la monetina) [Semifinale della Coppa dell’Amicizia Italo-Francese 1963]
Arbitro: Francescon [Padova]
Spettatori: ?
Genoa: 1 Grosso, 2 Bagnasco, 3 M. Bruno, 4 F. Rivara, 5 A. Colombo, 6 Genisio, 7 Meroni II, 8 Gittone (dal 1’’ del 2° T. 12 Menini), 9 Mognon, 10 Giacomini, 11 Germano de Sales. Allenatore: A. T. Rosso.
S.P.A.L.: 1 E. Bruschini, 2 Bozzao, 3 Fochessato, 4 Cappa, 5 Cervato, 6 Ranzani, 7 Novelli, 8 De Souza, 9 Bui (dal 39’ del 1° T.: 12 Ciannameo), 10 Micheli, 11 Gi. Basilico. Allenatore: Marchese.
Note: Le due società si erano precedentemente accordate per affrontarsi in un incontro a eliminazione diretta a Livorno; nel Genoa, proprietario del cartellino, Mognon è in prestito dalla Ruentes Rapallo e nella S.P.A.L. Fochessato e Gi. Basilico sono in prestito rispettivamente dalla Juventus e dalla Cremonese; al termine dei tempi supplementari le sorti dell’incontro vengono decise con il lancio della monetina alla presenza dei capitani Bean e Cervato, ciascuno dei quali aveva indicato una faccia (testa il genoano e croce lo spallino), da parte dell’arbitro che si risolve a favore del Genoa.

Stefano Massa
(membro del Comitato Storico Scientifico del Museo della Storia del Genoa)

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