Nel 1949 pari tra Milan e Genoa: il bisnonno di Gudmundsson giocò tra le fila dei rossoneri

La gara terminò 2-2 a San Siro

Gudmundsson Genoa
Gudmundsson con il suo bisnonno Albert Sigurdur

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Peculiarità dell’onomastica islandese è quella di costruire i cognomi partendo dal nome del padre, al cui figlio viene unito il suffisso son (o sson), se di sesso maschile, e dottyr, se di sesso femminile. L’attuale esterno d’attacco rossoblù, Albert Gudmundsson, ha avuto un bisnonno materno (legame di parentela indicato nel tabellino con la sigla bav.), Albert Sigurdur «Gud» Gudmundsson, che ha giocato nel Campionato 1948/1949 quattordici incontri tra le fila del Milan, segnando due reti, quella di apertura nel successo interno contro l’Atalanta domenica 3 ottobre 1948 e quella che fissò il risultato sul 5-1 a favore dei padroni di casa nell’incontro con il Modena di domenica 3 aprile 1949. Nato venerdì 5 ottobre 1923 a Reykjavik (dove sarebbe deceduto giovedì 7 aprile 1994), Gudmundsson, laureatosi in Economia e Commercio all’Università di Londra sùbito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, fu il primo calciatore professionista islandese (prima dell’esperienza rossonera giocò nei Rangers Glasgow, nell’Arsenal e nel Nancy e dopo nel Racing Club Paris e nel Nice) e in età matura deputato per il Partito Conservatore al Parlamento Islandese e negli anni Ottanta Ministro dell’Industria.

Albert Sigurdur Gudmundsson davanti al portiere genoano Dante Piani in Milan-Genoa 2-2 del 1949 (foto tratta da “Il Calcio e il Ciclismo Illustrato”)15

Nell’incontro di domenica 24 aprile 1948 a “San Siro” tra il Milan e il Genoa, seguìto da migliaia di tifosi rossoblù, non pochi dei quali muniti di bandiere, l’unico dei due giocato contro la formazione ligure in cui avrebbe militato settantaquattro anni dopo il pronipote, dal centrocampista islandese – di cui il grande doppio ex dell’incontro Renzo «il figlio di Dio» De Vecchi, nelle vesti di commentatore per “Il Calcio e il Ciclismo Illustrato”, stigmatizzò la prestazione apparsagli mediocre in siffatta maniera: “alle prese con avversari pronti e risoluti, ha confermato più che mai i suoi limiti di temperamento smarrendosi in un giuoco freddo, inconsistente e pieno d’indugi. Manca, insomma, all’interno destro islandese [..] combattività […] Gudmundsson [si è dimostrato] timido e svagato […] tecnicamente ben dotato, mostra di non gradire il clima acceso delle nostre partite e, quanto più il giuoco si scalda meno lo si vede […] E purtroppo [non sembra che i due elementi nordici [l’altro era Sloan, naturalizzato irlandese due anni prima – giocò con la nazionale dell’EIRE due incontri, dopo averne disputati tre con quella dell’Irlanda del Nord, nel cui territorio era nato a Lurgan, venerdì 30 aprile 1920] [, che giocano come mezzali nel Milan,] siano suscettibili di miglioramento. Ormai le loro possibilità sono palesi e definite. […] gli attacchi del Milan, insistenti nella ripresa, tendevano allo sfondamento centrale, anziché all’aggiramento, appunto per le precarie condizioni fisiche di Burini e per lo scarso ausilio di Gudmundsson, evidentemente a disagio contro avversari solidi e pragmetici” –, le cose migliori si videro nel primo tempo, in cui il formidabile centravanti svedese dei padroni di casa Gunnar «il Pompiere» Nordahl III restituì due volte – con una girata al volo di sinistro su passaggio di Riccardo «Carappa» Carapellese al 25’ e un tiro da distanza ravvicinata in una mischia su passaggio di Carlo «el Negher» Annovazzi al 28’ – la parità alla sua squadra dopo altrettante reti del vantaggio degli ospiti «firmate» al 13’ dall’austriaco Engelbert König con una «bordata» di sinistro in diagonale da circa venticinque metri, che si infilò nell’angolino alto sinistro, e, suo malgrado, con una «papera» dal portiere Efrem Milanese II, che al 27’ si fece sfuggire dalle mani un pallone crossato dalla sinistra da Riccardo Dalla Torre, facendolo entrare in porta dopo che gli era picchiato sulla spalla sinistra.
Nella ripresa il Genoa, che si era presentato a “San Siro” come quarto in classifica con quattro punti di distacco dagli avversari di giornata, terzi, «tirò i remi in barca», riuscendo con una tattica arcigna e interventi talora «ruvidi» a difendere il risultato di parità contro avversari penalizzati – in un calcio che a livello regolamentare non contemplava le sostituzioni – dagli infortuni occorsi a Renzo Burini, che aveva subìto un duro colpo alla caviglia sinistra in un contrasto con Fosco «Palla di gomma» Becattini II sr. all’8’ del primo tempo e a Joshua Walter «Paddy» Sloan, caduto all’indietro dopo un tentato colpo di testa in un’azione di calcio d’angolo al 21’ del secondo e poi svenuto negli spogliatoi.

TABELLINO
Milano, domenica 24 aprile 1949, Stadio “San Siro”, ore 15,30
Milan-Genoa 2-2 [XXXIII giornata del Campionato Italiano di Serie A 1948/1949]
Arbitro: Canavesio [Torino]
Spettatori: 25mila circa
Marcatori: nel 1° tempo al 13’ König (G), al 25’ Nordahl III (M), al 27’ autorete di Milanese II (pro G), al 28’ Nordahl III (M)
Milan: 1 Milanese II, 2 De Gregori, 3 Foglia, 4 Annovazzi, 5 Tognon, 6 Bonomi, 7 Burini, 8 Gudmundsson bav., 9 Nordahl III, 10 Sloan, 11 Carapellese. Allenatore: Bigogno.
Genoa: 1 Piani, 2 Pellicari, 3 Becattini II sr., 4 Tortarolo, 5 Cattani, 6 Bergamo, 7 Trevisani IV, 8 Formentin, 9 König, 10 Verdeal, 11 Dalla Torre. Allenatore: Allasio.
Note: König (G) segna con un tiro da circa 25 m..

Stefano Massa
(membro del Comitato Storico Scientifico del Museo della Storia del Genoa)

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