Mondiali Qatar: dopo la protesta dei giocatori tedeschi, Codacons denuncia la Fifa alla Corte Europea dei diritti dell’uomo

Secondo l'associazione, attraverso la censura sono state violate basilari libertà personali: è stato vietato ai giocatori del campionato mondiale di calcio di indossare la fascia "One Love"

Qatar Mondiale Musso
Il logo dei Mondiali 2022 (Tratto da Wikipedia)

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.

I Mondiali di calcio del Qatar finiscono all’attenzione della Corte Europea dei diritti dell’uomo. Il Codacons, dopo l’eclatante protesta dei giocatori tedeschi scesi in campo con la mano sulla bocca, ha deciso di rivolgersi alla Corte di Strasburgo affinché apra un procedimento nei confronti della Fifa e degli Stati che hanno avallato censure e comportamenti lesivi della dignità umana.

Come noto la Fifa, sotto pressione del Qatar, ha vietato ai giocatori del campionato mondiale di calcio di indossare la fascia “One Love”, di fatto impedendo agli atleti, che sono prima di tutto persone, di esprimere liberamente il proprio pensiero e la propria opinione – spiega il Codacons – Una censura che viola i più basilari diritti umani previsti dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, che agli articoli 9 e 10 dispone che “Ogni persona ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione”; “Ogni persona ha diritto alla libertà d’espressione. Tale diritto include la libertà d’opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza limiti di frontiera”.

Una scelta quella della Fifa che rappresenta una violazione de trattati europei ed internazionali, e che si cui ora dovrà pronunciarsi la Corte Europea dei diritti dell’uomo: “Abbiamo deciso di presentare una segnalazione ai giudici di Strasburgo per capire se il comportamento della Federazione di calcio e degli Stati Membri che hanno avallato divieti e censure verso i giocatori, possa ledere il diritto dei calciatori a manifestare liberamente il proprio pensiero e, nel caso, sanzionale qualsiasi condotta illecita così come prevede la legge europea” – commenta il presidente Carlo Rienzi.

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.