Una dedica verso il cielo rivolta alla mamma che da qualche tempo è scomparsa dopo aver combattuto contro il Covid. Una sua foto impressa sul parastinco, in modo che scenda in campo assieme ad Alan Matturro. «Il mio primo gol con la Nazionale uruguaiana è stato al Mondiale Under 20: non avevo mai segnato prima, neppure in amichevole. Un sogno che si è avverato. L’ho dedicato a mia mamma che è scomparsa due anni fa a causa del Covid: avevo la pelle d’oca, non ho parole per descrivere ciò che provo e ciò che lei è per me. Sono stati anni difficili, al Defensor giocavo poco e male, volevo smettere di giocare a calcio ma per fortuna ho trovato delle persone che mi hanno dato appoggio come mio papà e il mio procuratore: è una circostanza della vita che si supera guardando avanti con molto sacrificio».
Matturro rivela il suo passato da calciatore: «Fino a 14 anni giocavo da “enganche”, da trequartista metodista, nella metà campo avversaria perché avevo pochi minuti nelle gambe, ero magro e giovane. Dopo una discussione con mister Gianni Michelini ho iniziato a fare il terzino e sono diventato il calciatore di oggi. Mi chiamavano “Román” perché, come Riquelme, indossavo le scarpe nere e portavo i calzettoni come lui. Io giocavo semplice, mi piaceva avere la palla: ora sono più rustico».
In serata, l’Uruguay ha battuto il Gambia e ottenuto la qualificazione ai quarti di finale del Mondiale Under 20 in Argentina: risultato finale, 1-0 con gol di Duarte. Matturro, schierato da terzino sinistro in una difesa a quattro, ha completato la partita.