«Il Grifone è storia e chi arriva qui deve essere consapevole della maglia che indossa, della storia di questo club e che cosa rappresenta». Marta Carissimi, direttrice sportiva del Genoa Women, ha spiegato nel corso di una videointervista speciale a Vivoazzurrotv quali sono le responsabilità che devono assumere le ragazze che giocano con la maglia della società calcistica più antica d’Italia. Il Genoa Women è attualmente in Serie B in zona promozione, al terzo posto a tre punti dal Bologna che deve recuperare una gara: ma le Grifonesse sono in vantaggio negli scontri diretti con le rivali.
«E quei valori della passione e della determinazione – prosegue Carissimi – e il senso di appartenenza, sono i valori del nostro club e sono quelli che devono accompagnarci ogni giorno in campo in allenamento e in partita».
È il turno della capitana Giada Abate: «Sono genoanissima, papà genoanissimo, famiglia genoanissima. Sono al Genoa dal 2014, da quando appunto è nato il Genoa femminile, quindi dal primo anno e sono capitana da 10 anni».
Il tecnico Fabio Fossati racconta del suo arrivo al club rossoblù: «Quando questa estate è arrivata questa chiamata sono stato molto orgoglioso, molto felice. Sono consapevole della responsabilità e dell’impegno: conosco il Genoa bene da tifoso, sono cresciuti nel settore giovanile i miei due figli maschi. So cosa vuol dire Genoa, so cosa vuol dire essere genoano e so cosa comporta tutto questo: emozioni, responsabilità».
Federica Di Criscio spiega le sue esperienze sin da bambina: «La mia passione per il calcio nasce probabilmente nel pancione di mia madre. Da quando ho iniziato a camminare e incontravo per strada prendevo a calci: probabilmente era già un segnale della mia passione. Ho iniziato per strada, nel giardino di casa, dentro casa, sul divano: per me tutto era in funzione del pallone».
Anche la capitana rammenta i suoi inizi: «La mia passione per il calcio è nata nel campetto sotto casa dall’età di 6-7 anni, vedevo i maschi giocare e giocavo con loro. Ero sempre l’unica femmina in mezzo ai maschi a giocare: tutti i pomeriggi dopo scuola non potevo fare a meno di stare al campetto. Ho cercato una squadra di calcio nel quartiere , ma facevano partecipare soltanto i maschi. Sono riuscita a convincere, con l’aiuto di alcune ragazze che poi mi sono portata dietro, a creare una squadra femminile. Da lì ho partecipato al campionato Under 12 e dopo tre anni è arrivata la chiamata del Genoa».
Ancora mister Fossati: «La passione, la grande voglia di giocare a calcio, quello che rappresenta questo gioco, quello che rappresenta entrare in uno spogliatoio sono tutte cose che non cambiano maschile o femminile: il calcio è uno. È quello che ti fa stare dentro al gioco, che ti motiva ogni giorno. Cerchiamo di lavorare a 360 gradi con queste ragazze, ma il loro grande impegno e la loro determinazione è quello che sta facendo la differenza».
Il ds Carissimi dal canto suo racconta com’è nato il Genoa Women: «L’area femminile del Genoa nasce nel 2015. Nella stagione 2022-23 con l’acquisizione di un titolo sportivo, quindi al primo anno di serie B, il club ha deciso di potenziare l’area affidandomi la responsabilità di tutta l’area femminile. Da lì nelle successive due stagioni abbiamo dato sicuramente una struttura professionale e professionistica».