Interessante ricordare cosa si diceva alla vigilia della gara con la Juventus. Ballardini spiegava: «Per fare una grande impresa ci vuole una grande difesa, serve tanta corsa, tanta intensità ed essere sempre squadra».
Bene, cosa è accaduto a Torino, specie nel primo tempo? Il Genoa ha “bucato” in difesa, subendo due gol sciocchi, non ha corso per niente, gli è mancata l’intensità ed è apparsa purtroppo una “non squadra”.
Per fortuna, all’inizio della ripresa è cambiato tutto, tantoché viene da chiedersi come sia possibile dare un giudizio logico a una formazione che nel giro di 45 minuti cambia volto e mette in guardia anche una “Signora” che davvero è apparsa abbastanza “vecchia”.
Perché, alla fine il giudizio complessivo non è poi così negativo, al di là dei commenti sempre ottimistici del “Balla”. Il Grifo, infatti, dopo i problemi difensivi del primo tempo, si è ripreso: è cresciuto con più personalità (anche per i cambi che il tecnico ha attuato inserendo Pjaca e Ghiglione al posto di Behrami e Biraschi), tanto da mettere un po’, non tanta, paura ai bianconeri. Il gol di testa di Scamacca è stato eccellente e ha riaperto la partita: il quasi pari che si stava raggiungendo poteva davvero costituire un bel colpaccio, ma quel Pjaca, che ha pur piede buonissimo, si è “imboscato” due palle gol e tutto è finito lì.
Poi, la “prateria verde” davanti a Perin ha permesso a McKenny di fare un figurone e di segnare il terzo gol che, all’apparenza, fa pensare ad una passeggiata juventina.
Ora bisogna far mente ad alcune considerazioni: la squadra è in un momento difficile rispetto alle precedenti gare che l’avevano portata ad una “quasi certa” salvezza, lo hanno confermato sui social anche Perin e Criscito, che sarà squalificato, assieme a Zappacosta che si è infortunato. Anche Ballardini ha commesso qualche errore, cambiando al 25′ tutti i giocatori a disposizione, trovandosi così a giocare in 10 uomini per l’uscita di Zappacosta per infortunio. Infine, l’altro errore è stato quello di mettere Rovella su Cuadrado. Pazienza: ora si deve guardare avanti e ricomporsi sia fisicamente, sia mentalmente. Anche perché la fortuna del Grifone ha fatto sì che quasi tutte le squadra al di sotto in classifica abbiano perso o pareggiato, ad eccezione del Torino e dello Spezia, che ha vinto lo scontro con il Crotone ultimo in classifica, e quasi nulla è cambiato rimanendo i 10 punti di distacco dal Cagliari terzultimo. Vi sono ancora otto giornate, 24 punti in palio, bisogna conquistarne almeno otto per essere fuori dalla mischia.
Domenica però si va a Milano per incontrare il Diavolo, per fortuna senza Ibrahimovic e poi due gare casalinghe con Benevento e Parma. Ma attenzione che, di questi tempi, tutte le partite presentano dei rischi: guai a sottovalutare gli avversari.
Ballardini ha riunito i suoi e con il piglio severo, ma umano da buon padre (e non da “zio”) ha detto: «Voglio una squadra che gestisca meglio la palla, che sappia attaccare con più uomini e che sappia recuperare i palloni anche contro le grandi». I ragazzi rossoblù hanno capito, pare. E proprio contro il Diavolo, chissà che non riescano, come l’anno scorso, a mandarlo all’inferno. Proviamoci, perché no!
Vittorio Sirianni