Louis Lunari: «Ringrazio tutti per gli aiuti e per l’affetto, ma la battaglia è ancora lunga»

Il nostro lettore, colpito da gravissimi problemi di salute e con uno sfratto sulla testa, aggiorna il Popolo rossoblù sulla sua situazione

Louis Lunari

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Ciao a tutti!
Vi aggiorno sulla mia situazione molto drammatica.
Ho ottenuto una proroga, di cui si occupa il Comune di Genova, allo sfratto e quindi allo sgombero qui in via Opisso, dove abito, dal 29 marzo al 29 aprile prossimo, nell’attesa, spero, di una casa popolare per me accessibile. Soltanto a metà gennaio scorso è uscita la graduatoria definitiva del bando per la casa popolare, dopo che ho aspettato circa un anno e 8 mesi, e sono stato riconosciuto definitivamente alla posizione numero 14. Ma, nonostante ho uno sfratto-sgombero, che mi pende sulla testa “come una spada di damocle”, a oggi non c’è un alloggio popolare per me accessibile. Ne attendo uno, e intanto devo prendere tempo, e magari trovare una soluzione temporanea alternativa. Tutti, dal “medico curante” Flavio Rossi alla Dott.ssa Poggio, coordinatrice infermieri cure a domicilio dell’Asl3 Voltri, mi dicono che dovrei essere ricoverato in ospedale: a breve mi organizzeranno in tal senso una visita al Nolc-Nucleo Operativo Lesioni Complicate; ma io devo avere del tempo davanti garantito dove abito in via Opisso, per poi abitare in una nuova casa, per potermi permettere un ricovero: se vado avanti mese per mese per abitare in via Opisso, dove risiedo, devo essere presente, non posso fare fronte a questo incubo da un ospedale, se l’incubo è ogni fine mese. Io non sono un mattone Lego, né un Playmobil: con la vita non si scherza, che devo pure essere curato e i dolori neuropatici stanno diventano insopportabili. Vedremo.
Vorrei intanto ringraziare il direttore di PianetaGenoa1893.net, Marco Liguori, e lo staff di questo sito, per aver pubblicato le mie lettere.
Un sentito ringraziamento anche al Genoa che farà ascoltare domenica al Ferraris, prima della partita con la Lazio, due mie canzoni: “Un Cuore Grande Così” e “125 Genoa: la storia la fai te”.
Ringrazio anche tutte le persone che hanno visto le mie lettere, e chi mi ha contattato, fra questi: Gianfranco Imperato, che sta facendo il possibile per sostenermi: è proprio vero Gianfranco, ce lo dicevamo quando mi hai chiamato da fuori Italia, quello che cantava il grande De André: “Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori”. E l’Avvocato che mi assiste “pro bono”, l’ultra-competente Giovanni Torielli dello studio Gpdlex, che ormai mi permetto di chiamare legal-bulldozer. Poi Emanuele Cipriani del Genoa Club New York, che mi ha pure telefonato da lì, e il Genoano che si firma col nickname di “Stefano Morasssi” (con tre “s”), per quanto mi ha scritto. Ringrazio tanto anche Stefano Montefiori per avermi messo in contatto con Mediaset.
Vorrei inoltre ringraziare alcuni Genoani amici, che mi hanno supportato, certo per quello che possono: Leo Berogno, già presidente di lungo corso dell’Acg, Ricky Grossi di Un Cuore Grande Così, Fabio Paganello della Compagnia Unica, fondatore del Genoa Club Camalli, e Claudio Ferrari, anche per avermi accompagnato a partecipare al Festival della Poesia, su richiesta del responsabile Claudio Pozzani. Ringrazio naturalmente il produttore Alex Cavalieri e il fonico Paolo Valenti, per avere realizzato con me le canzoni scritte per il Genoa, comprese quelle per il cd Un Cuore Grande Così. E anche Pino del Genoa Club Oregina, Idolo ex segretario Acg, il cameraman Furio Bruzzone e l’editore Fabrizio De Ferrari.
Ci sono addetti ai lavori che mi hanno chiesto di non comparire, invece è ben contento che gli sono grato lo storico giornalista Paolo Zerbini, che conosco dai tempi di quando era in Rai e abbiamo fatto un bel tot di robe insieme, che si è mosso per attivare a mio sostegno l’ufficio del consigliere delegato del Comune di Genova Mario Baroni; e Fabio Ariotti, che mi ha cercato subito, fra l’altro membro della Fondazione Genoa, che in qualità di consigliere comunale, che si occupa pure di case, ha fatto, fa, e spero farà di tutto per darmi una chance, fino a che avrò voglia di andare avanti.
E devo essere grato al tassista Genoano Roberto, che il 31 marzo sera si è sbattuto come un tappeto per non farmi scadere il bonus del taxi, Saluto anche due persone che in questi ultimi tempi sono sempre state al mio fianco: Giorgio Civardi, per anni operatore del centro di ascolto di Pegli, e la signora Adriana del gruppo di volontariato vincenziano.
Quando una persona è nella mia condizione di salute e quindi sociale, e purtroppo non ha manco più 20 anni con “tutta la vita davanti”, e rischia di andarsene ogni giorno, magari fa i conti con la propria vita, e non può non ricordarsi di chi non c’è più. Vorrei ricordare due ragazzi Genoani che conoscevo anche se non vedevo più da tempo: Roberto Scotto, che il marzo dello scorso anno, quando mancò mia mamma, mi scrisse tre mail di incoraggiamento, che conservo; Paolone Gulliver Castelli, che abitava qui a Pegli non molto lontano da me. E due miei amici: Piero Parodi, scomparso di recente, che avevo perso di vista, ma da ragazzo, quando abitava a Sestri, ero sempre a casa sua a trovare suo figlio Max, andatosene nel 2009. Vorrei ricordare Massimo Margherita, che per tutti, anche per la Gradinata Nord, era Mao di Rivarolo “il vecchio ultrà”, che è stato il mio migliore amico, siamo stati come fratelli per 20 anni. E se ne è andato il 9 gennaio 2015 in un incidente stradale. E ringrazio davvero Paolo Bomba Genoa, per avermi dato due maglie del Gav 2003 per portare con me il ricordo di Mao. Proprio il 9 aprile, nel 2009, fu ritrovato dopo il terremoto, fra i resti della Casa dello Studente de L’Aquila, costruita con la cartapesta, mio nipote Luca Lunari, ventenne di Rieti, diplomato al liceo classico, studente di Ingegneria Informatica, ultimo a essere ritrovato fra quelle macerie. Luca diventò purtroppo uno dei simboli di quella tragedia anche perché lasciava la sua compagna Giada di 17 anni e la loro figlia Marta di pochi mesi. Oggi Marta ha 13 anni e fa la terza media, Giada è laureata in Lettere Moderne alla Sapienza di Roma e sta completando l’Università con il biennio. Lavora negli asili nido, ed è appassionata di teatro, per il quale ha frequentato due anni di Accademia sempre a Roma. Nel 2009 Giada faceva il liceo, e studiava pianoforte per diplomarsi al Conservatorio di Santa Cecilia. Sono sincero: quando pochi giorni fa, al telefono, mi ha detto che smise da un giorno all’altro di studiare il piano per il dolore della perdita di Luca, e poi ho saputo da Marta che si commuoveva con la mamma solo che a vedere lo striscione dedicato a Luca qui a Genova nella Nord e con i giocatori del Genoa del 2009, dopo che ho chiuso il telefono ho pianto, e non riuscivo a smettere.

Voglio ricordare con tutto il mio affetto mia mamma, Elsa Lunari detta Ornella, che le è mancato il respiro il 3 marzo dello scorso anno, proprio il giorno del derby, e insegnò a me e mio fratello più giovane Massy a essere Genoani nel cuore di Sampierdarena. Non doveva finire così fra me e te, mamma, non doveva finire così la tua vita, e adesso mi porto con me anche questo rimpianto. Da bambino mi facevi ascoltare una canzone, che a un certo punto diceva “Come fosse in un film della mia fantasia, io ritorno a te, alla mamma mia, che cosa hai patito per tirarmi su, ma non è servito, tu non torni più”. C’era un’altra canzone che io poi da grande ascoltavo: “niente di nuovo, tranne l’affitto per me….madre dolcissima, carezzami la testa, che vago nel vento, vago però….mamma, salvami l’anima, salvami l’anima”. Salvami l’anima mamma, portami via con te, che se ci incontriamo ancora, magari torniamo a volerci bene e ci abbracciamo di nuovo. Per sempre. Addio mamma.

Desidero fare un ultimo saluto a mio fratello, più giovane di quasi 9 anni, Massy, che per me sarà sempre Mad Max, l’asso della musica che con il basso comunicava le sue fantastiche idee, e che, prima di suonare con me, suonava già, da quando aveva solo 15 anni, con Bamby Fossati. Massy, ti ho visto fare tutto, dalla prima volta che hai parlato, che hai camminato, a quando hai iniziato a studiare e giocare a pallone, e imparare la musica. Io ragazzino e te bambino, nella disperazione più desolata, abbiamo scoperto la musica e ci siamo aggrappati a quella speranza, e poi stavamo per realizzare quel sogno. Ma io ho tradito la tua amicizia e ho rovinato tutto, e gli sbagli che ho fatto con te sono stati l’errore che me l’ha segnata, la vita, e sono il mio rimorso. Di notte arrivano i fantasmi, ed entrano sempre, non li puoi scacciare. Credimi Massy, sei la persona migliore che ho mai conosciuto, e ci sono cresciuto insieme, con te; ti ho voluto bene, più di quanto immagini, ma non te l’ho saputo dimostrare. Sii felice, una vita con dignità è il minimo che ti meriti. Buona fortuna, amico mio
Infine, mi permetto di ribadire i link delle mie due lettere di marzo, per chi vorrà leggerle, se magari non le ha viste, per non ritornare su quello che sto vivendo e ho già scritto.
Prima lettera
https://www.pianetagenoa1893.net/notizie/louis-lunari-invalido-civile-e-con-lo-sfratto-sulla-testa-chiedo-aiuto/
Seconda lettera
https://www.pianetagenoa1893.net/tifosi-e-club/louis-lunari-martedi-prossimo-saro-sfrattato-senza-casa-e-quasi-come-morire/

Luigi Murialdo (Louis Lunari) – Team Sunset Boys (Genova)
louislunari@gmail.com

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