Caro Direttore,
le ragioni dell’esonero di Gilardino e della sua sostituzione sulla panchina del Genoa con Patrick Vieira si sapranno (forse) con il tempo, ragion per cui ogni supposizione e dietrologia (compresa la mia: io penso che Gilardino paghi la conferenza stampa del dopopartita di Parma, quando disse di essere stato lasciato solo con la squadra) non conta. Conta invece il dato: ed è un dato che l’alzata di ingegno della dirigenza del Genoa, che esonera al termine della pausa nazionali un allenatore che malissimo non aveva fatto e che – oltre ad avere evidentemente la squadra con sé – aveva raccolto 4 punti nelle ultime due, ricordi molto da vicino (modi, tempistica, etc.) quel che avvenne giusto 3 anni fa, con l’esonero di Ballardini dopo un buon pareggio in trasferta e la sua inopinata sostituzione con Shevchenko, il quale – prima di essere a sua volta esonerato e sostituito da Blessin – realizzò un tragico parziale di 3 punti in 10 partite, che, a conti fatti, furono decisive nel decretare la retrocessione del Genoa a fine stagione.
Nell’augurarsi (vivamente) che ad analoghe premesse non seguano analoghe conclusioni, va però aggiunto che non esiste peggior errante di chi non sa trarre lezione dai propri errori.
Riccardo Passeggi