Erano le 20:30 di sabato quando, nel car park E del King Power Stadium, alcuni tifosi hanno raccontato di aver visto l’elicottero sul quale era solito viaggiare il presidente delle Foxes – un Agusta Westland AW169 – crollare rovinosamente al suolo. L’impatto col terreno è stato devastante per il mezzo, immediatamente andato a fuoco, tanto che malgrado i soccorsi tempestivi è stata compresa immediatamente la gravità della situazione. In ogni caso l’ufficialità del decesso di Vichai Srivaddhanaprabha, 60enne leader del colosso King Power, operante nel campo dei duty free e main sponsor del club (oltre che gestore dei diritti di naming dell’impianto casalingo del Leicester City FC) è arrivata solo poco fa.
Anche se non sono ancora state effettuate le identificazioni, la stampa inglese suppone che a bordo dell’elicottero vi fossero il presidente Vichai Srivaddhanaprabha, due membri del suo staff (Nursara Suknamai e Kaveporn Punpare, il pilota Eric Swaffer e il co-pilota Izabela Roza Lechowitz. Smentita dunque la presenza di uno dei quattro figli dell’imprenditore – inizialmente s’era parlato di un maschio, successivamente di una femmina – così come quelle del tecnico Claude Puel e del selezionatore della nazionale inglese Gareth Southgate.
La notizia, ufficializzata dal club delle Midlands attraverso un comunicato ricco di commozione, arriva a oltre 24 ore dalla tragedia, che immediatamente aveva scosso l’intero mondo del calcio. Una marea di tifosi aveva presenziato in giornata all’ufficioso ultimo saluto tributato al presidente, descritto da tutti come un benefattore e un uomo di eccezionale umiltà malgrado il quinto posto occupato nell’elenco dei thailandesi più ricchi. “He put Leicester on the map” hanno ricordato in lacrime all’unisono, davanti ai tornelli 54 e 57 del King Power Stadium: Vichai Srivaddhanaprabha è stato infatti l’uomo che, acquistato il Leicester City FC nel 2010, ha arricchito la storia del club con l’unico trofeo vinto, la Premier League 2016 firmata Claudio Ranieri.