Maxi sconto di pena per Claudio Lotito e i medici della Lazio Ivo Pulcini e Fabio Rodia nell’ambito del caso tamponi emerso nel novembre 2020. La Corte federale d’Appello riunita stamane a Sezioni Unite, presieduta da Marco Lipari, ha inflitto due mesi di inibizione al presidente del club biancoceleste (richiesti dieci dalla Procura federale) e cinque mesi ai medici (richiesti undici), oltre a una multa di 50mila euro per la società. Lotito torna a tutti gli effetti consigliere federale – lo scorso 30 settembre fu allontanato dal consiglio federale da Gravina – e sventa la decadenza: nel primo grado di giudizio, infatti, il numero uno della Lazio era stato condannato a sette mesi di inibizione, sanzione salita a dodici mesi nel primo pronunciamento in appello.
Come spiega La Gazzetta dello Sport, la Corte d’Appello della Figc doveva quantificare la sanzione in base al verdetto del Collegio di garanzia dello Sport, il terzo grado della giustizia sportiva, che aveva scagionato Lotito e i medici per la questione della mancata comunicazione alle Asl della positività di alcuni calciatori e membri dello staff, ribadendo però la loro responsabilità per aver schierato due positivi in campo e in panchina contro il Torino (gara del 1º novembre 2020 vinta dalla Lazio 4-3) e la Juventus (partita disputata una settimana dopo, 1-1 con gol di Felipe Caicedo al 95′). Una circostanza di chiara gravità che a giudicare dalla sanzione la Corte d’Appello non ha ritenuto tale.