Lavagna tattica: un derby tristemente senza storia

Troppa Samp per il Genoa, o per meglio dire per questo Genoa. Ai ragazzi di mister Prandelli non fa difetto la volontà né la voglia di lottare, ma i limiti tecnici sono sempre più evidenti

Veloso
Veloso in azione (foto di Genoa CFC Tanopress)

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Un derby tristemente senza storia: Genoa chi sei davvero? Un derby dovrebbe sfuggire alle logiche della classifica, le qualità individuale e di squadra dovrebbero azzerarsi, per far posto alla variabile impazzita rappresentata dalla grinta e dalla voglia di “far sua” la città. Mai come questa volta, i favori del pronostico sono stati rispettati. La Sampdoria non ha quasi patito il clima della stracittadina, ha giochicchiato, amministrando la gara come se fosse una partita qualsiasi. Troppa Samp per il Genoa, o per meglio dire per questo Genoa. Ai ragazzi di mister Prandelli non fa difetto la volontà né la voglia di lottare, lo hanno dimostrato anche quando sono rimasti in dieci – terza gara consecutiva – ma i limiti tecnici sono sempre più evidenti. Urge una sterzata per evitare di ritrovarsi invischiati fino all’ultima giornata nella lotta salvezza, ma in casa Genoa bisognerebbe riflettere su quanto accaduto negli ultimi anni, perché la mancanza di un progetto tecnico è sempre più evidente, lo testimoniano i 3 anni di astinenza dalla vittoria nel derby.

Il piano tattico di Prandelli andato in fumo dopo 3’

Detto dei limiti tecnici della squadra, evidenti da tempo, bisogna dire che il genoa non è neanche fortunato. Prandelli aveva studiato bene la partita, quasi immaginandola nei minimi dettagli. Logica la scelta di affidarsi al 3-5-2 con cui il Grifone aveva ben figurato nella trasferta di Napoli, con le sole varianti di Romero e Rolon in luogo di Gunter e Sturaro, ma se prendi gol dopo appena 3’ c’è poco da fare, soprattutto se avevi iniziato con il piede giusto: il contraccolpo psicologico ha spento il Genoa, la qualità della Samp ha fatto il resto. Vediamo nel dettaglio alcune mosse tattiche studiate da mister Prandelli.

Pressing alto e raddoppi

La partenza del Genoa, peccato non ci si stata continuità, è stata tonica, aggressiva. I rossoblù hanno provato a inibire l’uscita manovrata palla a terra dei blucerchiati. In che modo? Raddoppiando sia il portatore di palla che i possibili uomini su cui poteva avvenire lo scarico facile del pallone. L’immagine in alto si riferisce alla conclusione di Kouamè finita di poco a lato. Il numero 11 rossoblù va a rubare palla ad Ekdal nella zona tratteggiata in rosso, una volta conquistato il pallone si crea la possibilità di attaccare frontalmente la linea difensiva avversaria.

Stringere il campo per bloccare le giocate blucerchiate

Nei primi minuti di gioco i rossoblù hanno tentato di mettere in crisi l’assetto tattico della Sampdoria “stringendo” il campo, ma in che senso? Tanti uomini in zona palla per provare a recuperare velocemente il pallone, esasperando e provando a far forzare il palleggio alla Sampdoria. Nell’immagine in alto si possono notare 5 giocatori rossoblù in zona palla, ma la pressione non va a buon fine grazie a un rimpallo di Linetty con Veloso e a un movimento in ritardo di Bessa (nel cerchio) che non va a coprire lo scarico del pallone – zona tratteggiata in rosso – ma questo mancato recupero palla nascerà l’azione che porterà al gol del vantaggio la Sampdoria e al progressivo “spegnimento” degli uomini di Prandelli.

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