L’Associazione ligure giornalisti: “Comunicato lesivo della dignità professionale di Adamoli”. Preziosi: “La mamma ha difeso i suoi cuccioli”

Il presidente del Genoa ha replicato a una nota del sindacato giornalisti che aveva a sua volta stigmatizzato i toni usati contro il giornalista di Repubblica Genova

Fondazione Genoa Preziosi
Enrico Preziosi (Getty Images)

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“Lo sapevo, la mamma ha difeso i suoi cuccioli, anche perché i cuccioli assomigliano molto alla mamma”. Con queste poche righe sul sito ufficiale del Genoa, Enrico Preziosi ha riposto al comunicato dell’Associazione Ligure dei giornalisti che aveva stigmatizzato la nota di ieri del presidente contro Gessi Adamoli di Repubblica Genova, in cui lo aveva accusato di aver pubblicato “Notizie basate su una realtà non attinente alla veridicità dei fatti” riguardo a un presunto incontro di mercato tra lo stesso Preziosi e il Milan, oltre a eventuale interessamento del Grifone per il centrocampista rossonero Montolivo (CLICCA QUI PER LEGGERE TUTTO IL COMUNICATO).

Ed ecco il testo integrale del comunicato del sindacato ligure dei giornalisti: “L’Associazione Ligure dei Giornalisti, letto con stupore e sconcerto quanto riportato in un comunicato stampa sul sito del Genoa, stigmatizza i contenuti e i toni dello stesso, gravemente offensivi e lesivi della dignità professionale del collega Gessi Adamoli e della testata giornalistica la Repubblica che, da sempre, segue con attenzione e obiettività le vicende riguardanti le squadre di calcio genovesi.
Quella speranza di ravvedimento che il presidente Enrico Preziosi augura al collega di Repubblica Adamoli, l’Associazione Ligure Giornalisti l’ha persa da tempo nei confronti del presidente del Genoa perché nonostante il passare degli anni Preziosi conferma quale sia la sua idea di giornalismo sportivo, quella di una stampa asservita che non accenna mai un dribbling ma aspetta solo gli assist che arrivano dagli uffici stampa o dalla bocca della verità medesima, quella del presidentissimo appunto. I suoi metodi da catenacciaro non spaventano.
Non è immaginabile, come forse la società vorrebbe, piegarsi a un giornalismo prono ai soli comunicati stampa. Un giornalismo a cui si vorrebbe impedire un’informazione libera, che registra non solo l’ufficialità di un comunicato, ma anche le indiscrezioni che sono la linfa di un lavoro fatto di indagine, di approfondimento e di rispetto delle fonti. Non si possono accettare toni di questo tipo che assumono i contorni di vere e proprie minacce. Il comunicato è condannabile sia nel merito che nel metodo e amareggia perché colpisce il lavoro di un collega onesto e preparato che, da decenni, segue con passione le vicende sportive genovesi e liguri”.

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