L’Antimafia accende i riflettori sulla cessione del Genoa

Una fonte interna alla Commissione lo ha spiegato

Pegli vuoto deserto Genoa
Il Centro Sportivo Signorini (Foto Pianetagenoa1893.net)

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La Commissione Antimafia ha acceso i riflettori sull’operazione di cessione del Genoa. Alla fine della conferenza stampa una fonte interna allo stesso organismo parlamentare, riporta Primocanale, lo avrebbe affermato dopo la conferenza stampa in Prefettura. Tuttavia, riferisce l’emittente, “non ci sono però dichiarazioni ufficiali e anzi in generale si sarebbe fatto intendere che sono molte le società in Italia ad avere il patrimonio sotto osservazione. Insomma oltre a parlare di infiltrazioni mafiose nella sanità e nell’economia della regione, si è finito col Genoa”.

Il 28 giugno scorso il presidente Preziosi era stato ascoltato dall’Antimafia per le presunte pressioni malavitose ricevute dagli ultrà rossoblù dopo denuncia dell’onorevole Marco Di Lello. Il vicepresidente della Commissione ha ribadito che sono controllate le gradinate di Genoa e Sampdoria, mentre discuteva di uno striscione a favore di un condannato per traffico di droga internazionale: un “fatto che fa riflettere”, ha aggiunto l’esponente parlamentare.

Ma non si è discusso solo dell’ombra della malavita organizzata nel calcio: l’Antimafia ha lanciato l’allarme per le infiltrazioni malavitose nella vita produttiva di tutta la regione. La presidente Bindi ha concluso: “La Liguria è la regione del nord più preoccupante da questo punto di vista”.

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