Che la fotografia dell’assurda stagione del Genoa sia il colpo di testa di Yeboah salvato sulla linea da Svoboda, suo ex compagno di squadra al Wattens, rappresenta l’evidenza dei fatti, forse persino pleonastici da raccontare. Ciascuno degli oltre settecento genoani assiepati al Penzo, una carovana d’altri tempi che ha trasformato il residuale trequarti stadio in settore ospiti, ha soffiato su quella palla scoccata con grazia da Cambiaso nella speranza che una volta superato Romero essa non incontrasse ulteriori ostacoli: invece, puntuale, il difensore austriaco assesta una ginocchiata alle speranze del Grifone con la complicità di Ceccaroni, che si defila giusto in tempo onde evitare di ribatterla nella propria rete, e della respinta rugbistica di Ullmann, del quale mai si era percepita la presenza in campo nei dieci minuti precedenti. Chi è il diciannove del Venezia? L’azione del Genoa Under 21, traversone arcobaleno e stacco, è stata l’unica e autentica occasione che i rossoblù hanno costruito dopo il gol di Ekuban.
Dunque il pareggio è l’esito più giusto, lo ha ammesso anche mister Blessin tra le pieghe della sua analisi generale. Secca che sia il quarto consecutivo solo perché il Venezia ha ottenuto lo stesso numero di punti del Genoa ma nella metà del tempo, sebbene del ragionamento sui risultati utili di fila cambi l’andatura ma non la sostanza: il tecnico tedesco si sta dimostrando un comandante credibile poiché una volta salito a bordo di una nave con i motori in avaria è stato costretto a calcolare una velocità di crociera che garantisse movimento costante benché senza propulsione. Dicono che con i pareggi si faccia poco, rispondono che con le sconfitte si fa ancora meno. Il Genoa si ritrova così costretto a cercare una boccata di fortuna, un ossimoro visto l’ascendente paperiniano, contro avversarie di alta o altissima classifica nella coda di una stagione che sarà distinta dall’instabilità di risultato.
Lungo questo difficile cammino, che per molti è già segnato, il Grifo non sarà solo. Se Sturaro e compagni si volteranno vedranno degli incrollabili tifosi che per manifestare il proprio amore non compilano un questionario anonimo ma riempiono il Ferraris al 92% della capienza consentita e in due giorni bruciano la prevendita di Venezia mettendo sotto le ruote ottocento chilometri e delle tratte di vaporetto che costano quanto un attico a Las Vegas. “Comunque e ovunque” è il dna del Genoa sfoggiato con orgoglio e steso su di un telo, nonché l’ideale prosecuzione di quel “Se non ci fossi tu, sarebbe sempre così” scritto prima dell’avvenuta liberazione. Ora che il passato è davvero passato, la tifoseria è chiamata a soffire fino al 22 maggio, termine dell’assurda stagione, senza destabilizzare o frammentare la ritrovata unione con la nuova società auspicata da almeno un decennio.