La sofferenza sarà ancora la protagonista del finale di stagione del Genoa

E così anche questa “maledetta” stagione, caratterizzata dal terribile Covid, dal cambio di allenatore, dagli infortuni e da certi arbitraggi, si sta vivendo con le tradizionali ansie

Sirianni Preziosi
Vittorio Sirianni

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Calma con i commenti scandalosi sulla gara col Sassuolo, con le contestazioni violente contro la squadra che “non gioca”. Il Genoa, da tre anni vive questa avventura di fine campionato: non è una novità.

Si era convinti che quest’anno, dopo la grande ripartenza di Ballardini le cose fossero più tranquille. E invece no: il destino rossoblù è quello di soffrire fino alla fine, fino all’ultimo minuto dell’ultima gara di campionato.

E così anche questa “maledetta” stagione, caratterizzata (è giusto sottolinearlo) dal terribile Covid, dal cambio di allenatore, dagli infortuni e da certi arbitraggi che sarebbe bene buttare alle ortiche, insieme ai loro protagonisti, si sta vivendo con le tradizionali ansie, con la tradizionale sofferenza.

Inutile, come sentiamo da più parti, discutere su chi deve giocare, chi farà quel punto, se l’avversaria…etc…etc. Tutto inutile. Queste ultime partite il verranno giocate dal Grifone con la tensione e la paura di sempre. Per fortuna, alla fine, com’è sempre successo, la salvezza arriverà magari proprio all’ultimo minuto dell’ultima gara, come accadde lo scorso anno. Però la sofferenza sarà ancora una volta la protagonista.

Dopo la gara si sono riuniti (è un rito) Preziosi, Marroccu e Ballardini: che cosa si siano detti non lo sappiamo, o forse lo immaginiamo. Ormai è confermato che questa squadra ha avuto, in questo percorso, poca personalità, solo con pochi veri protagonisti: Zappacosta, Perin, ogni tanto Scamacca, per qualche partita Pandev e Destro, Strootman a tratti. Preziosi dovrebbe, ancora una volta, capire cosa fare, se rimarrà alla guida del Genoa. Ballardini inste e continua a dire «abbiamo giocato bene, siamo arrabbiati, ma abbiamo fatto una buona partita». E’ da tempo che dice queste cose, ma alla fine si gioca bene e si perde! Mentre, come abbiamo più volte sottolineato queste ultime gare devono essere giocate non tanto su temi tattici o sulle trovate tecnico-tattiche fra un tempo e un altro, ma soltanto sulle “motivazioni” dei giocatori, sulla loro disponibilità a combattere, a soffrire, a giocare l’uno per l’altro, a correre, correre e correre sino allo sfinimento.

Invece, questa squadra ha, al momento, il fiato corto e gioca con troppa ansia e precipitazione: l’erroraccio di Musiello (che era stato tra i migliori) dimostra la tensione massima che alberga nell’animo di questi atleti, pieni di paura e di leggerezze. Naturalmente, inutile nasconderlo, sale alla ribalta anche il “caso Ballardini” anche se sarebbe bene non affrontarlo subito: non è il momento.

Mancano tre partite, due in trasferta con Bologna e (all’ultima giornata) col Cagliari inframmezzate da quella al Ferraris contro l’Atalanta. Il genoa dovrà giocare su due fronti: quello più importante, legato ai propri mezzi (cioé in parole povere, racimolare almeno due punti) e l’altro vivendo sulle disgrazie altrui (leggi sconfitte del Benevento). Il Grifo dovrà anche stare attento a tutti i “fatti imprevisti” che caratterizzano questi incontri della disperazione. Uno su tutti, gli arbitri, che sicuramente sono in buona fede, però stanno, per dirla goliardicamente, “dando in balle”. Il fallo su Locatelli che ha causato l’annullamento del gol del pari rossoblù è quanto di più illogico e puerile, perché dimostra quanto la continua battaglia tra arbitro e Var sta rovinando il torneo, causando danni irreparabili alle società.

Pensate (facendo gli scongiuri del caso) se il Genoa, che meritava almeno un punto che ha perso per il gol ingiustamente annullato, dovesse essere retrocesso proprio per un punto! Questi arbitri sono come i nostri vigili che spesso danno multe inesistenti (come quelle del famoso e odiato T-Red), umiliando la buona fede degli automobilisti. Gli errori dell’arbitro Mariani e del Var chi li ripara e chi li ripaga? Povero calcio!

Vittorio Sirianni

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