La “resilienza silenziosa” di Gilardino ha funzionato alla grande

Tutto il gruppo, tutto il Genoa ha risposto in modo perfetto nella ripresa ed ha agguantato il pari con la Roma

Vasquez Gilardino Genoa
Le indicazioni di mister Gilardino a Vasquez (foto Genoa CFC Tanopress)

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La “resilienza silenziosa” di cui aveva parlato Gilardino, alla vigilia, ha funzionato alla meraviglia. Tutto quello che il tecnico aveva chiesto è stato eseguito: tutto il gruppo, tutta la squadra ha risposto alla grande, soprattutto nella ripresa.

Gila voleva ferocia, grandissima forza di volontà, bisognava stare uniti nonostante le assenze. Molte erano le assenze nelle fila rossoblù, ma in verità non si sono fatte sentire. Il cuore, la testa, le gambe non sono mancate.

È vero che il primo tempo ha avuto sbalzi tecnico-tattici abbastanza negativi per i rossoblù: la Roma (che guarda alla Champions) era partita forte, aveva pressato il Grifone che non riusciva ad uscire dalla propria metà campo, tantoché De Rossi (un po’ presuntuosamente) pensava già di avere in mano la gara. Anche perché era arrivato in gol più che misterioso di quello non si era mai visto. È stata come sempre la “debacle dell’arbitro, il quale aveva segnalato con forza il fuori gioco, aiutato una volta tanto dall’assistente che anche lui, a due metri di distanza da Dovbyk, lo aveva evidenziato alzando la bandierina.

Ma poi cos’è successo? Che il VAR ha fermato tutti e tutto: non si è capito bene cosa abbiano fatto questi “varisti” per otto minuti prima di dare un responso. Otto minuti che, ovviamente, saranno stati caratterizzati da un dubbio molto forte. Ma visto come vanno certe avventure del nostro calcio, tutti avevano ormai capito che il gol sarebbe stato dato alla Roma: così è avvenuto. Un tempo si diceva: “in dubio pro reo” e qui dubbi devono essere venuti, ma tant’è…

Gilardino, attento come sempre ai moduli che possono cambiare, nella ripresa manda dentro subito Malinovskyi e Vitinha e la musica cambia immediatamente. Siamo a livello del dottor Jekyll e mister Hyde: Genoa esplosivo, con gioco, domino territoriale, movimenti offensivi continui e determinati, secondo tempo dominato dai rossoblù, come ai vecchi tempo di certe partite quando si diceva che “il Genoa ha giocato da Genoa”.

Tutto è filato liscio e piacevole come gioco, ma il maledetto gol del pareggio stentava a concretizzarsi, nonostante tutti stavano cercando la soluzione. Malinovskyi illuminava le manovre, distribuiva palloni; Ekuban sfiorava il gol con il pallone respinto sulla linea da un difensore; Martin continuava a lanciare cross, ma in area la testa “buona” non spuntava mai. Finché, con 30mila che disperatamente spingevano, stava per arrivare il momento magico e meritatissimo del pari. E’ stato l’ennesimo cross da sinistra che ha trovato la testa riccioluta di De Winter: gol, urlo liberatorio dei 30mila, il finimondo sugli spalti del Ferraris.

Abbracci, baci, Gilardino che corre impazzito verso lo spogliatoio come bimbetto che corre verso l’amato nonno. De Winter che si presenta solo come un vincitore di un combattimento gladiatorio: l’eroe che ha stroncato e buttato a terra l’avversario.

È questo, diceva il professore Aldo Piccardo, presidente del Genoa Club Rapallo, il Grifone che vogliamo: passione, gioia, anche tormento, ma alla fine il sogno di un risultato positivo che si avvera.

Vittorio Sirianni

Sirianni Preziosi
Vittorio Sirianni

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