La resilienza, l’arma in più del Genoa

Il tecnico Nicola ha utilizzato questo concetto profondo: spiega come la resistenza si unisca al coraggio, alla forza di sentirsi uniti

Sirianni Preziosi
Vittorio Sirianni

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Insomma, questo Nicola, sembra proprio essere il tecnico giusto per il Genoa tormentato da tempo. Rispetto ad anni passati , ci sembra,  diciamo, sia “maturato” questo amico, nel modo di pensare il calcio, nel modo di spiegarlo e di applicarlo. E poi, questo lo sappiamo, dice ciò che pensa senza problemi.

E’ un allenatore che cresce, ma sembra anche un po’ filosofo, un po’ psicologo, un po’ “counselor”, come si ama dire oggi: un professionista che cerca prima di capire e poi aiutare chi è in situazione di disagio.

Anche il suo linguaggio non è male: «Il Genoa siamo noi». E ancora, ha citato i versi di De Andrè e infine, proprio dopo la gara col Cagliari, ha usato la parola “resilienza”. Ecco cos’ha affermato: «Questi tre punti celebrano la capacità di resilienza dei ragazzi, la forza di resistere alle avversità e fare partita». Un altro tecnico (di quelli “precari” che basta avere una panchina per fare quattro soldi) avrebbe semplicemente detto: «Abbiamo resistito», punto e basta. Utilizzare invece il concetto di resilienza è ben più profondo e spiega come la resistenza si unisca al coraggio, alla forza di sentirsi uniti, vicini uno all’altro e dare tutto sia per sé stessi, ma anche per i compagni.

Dunque, in questo nuovo clima, Nicola ha dato ai suoi la consapevolezza che si possono giocare e vincere tutte le partite, basta esserne convinti. Intanto, a differenza di Andreazzoli e Motta, Nicola ha vinto due partite. Poi ha fatto capire che un bravo allenatore “legge” la gara e cambia modulo perché il momento lo richiede. E così, nel secondo tempo ecco i quattro di centrocampo (rispetto ai cinque del primo), ecco il trequartista che riappare ed ecco le due punte. Ed ecco il gol, un po’ fortunoso, ma è scaturito da un tiro efficace, perché un certo trentaseienne di nome Goran Pandev, sa ben colpire e toccare la palla con il suo piede magico: quindi, anche se il suo pallone è stato “lisciato” da tutti, era comunque un gran bel pallone.

Ancora Nicola: «Siamo più vivi che mai». Già ha pensato a Bologna e ha affermato: «Guai a rilassarci, c’è molto da fare». E ha spiegato con precisione i punti deboli (ce ne sono), ma lui li conosce e li conoscono anche i suoi uomini: sembra però che proprio da questa consapevolezza nasca la squadra, quella squadra che Nicola vede proiettata verso la salvezza.

E poi, un’altra riflessione: esiste un feeling fra il tecnico e i tifosi che hanno legittimamente contestato Preziosi con le scritte “vattene”, ma nei confronti di Nicola hanno una sorta di venerazione. Mai una critica, mai un giudizio negativo: su questa linea c’è anche la stampa. Fatto che non era mai successo in precedenza, ma è importante perché aiuta a lavorare con serenità. Il che conforta il Popolo rossoblù, nonostante la classifica (è bene ricordarlo) sia ancora pericolosa.

A consuntivo va detto che il Genoa sembra andare su un percorso positivo: Pandev illumina, il nuovo Soumaoro (attenzione all’accento giusto sull’ultima “o”…) appare elemento di spicco, così come l’esperto Masiello. E in attacco, quel duo Sanabria (recuperato dalla convinzione del tecnico) e Pinamonti non va male, sapendo che alle spalle v’è comunque un certo Favilli risanato.

Si va a Bologna: sarebbe bello poter assaporare felicemente un bel piatto di tortellini.

Vittorio Sirianni

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