La Lega di A: “Lo stop alla pubblicità del betting favorisce il gioco clandestino”

In una nota la "Confindustria del pallone" sottolinea "la palese disparità rispetto alle altre nazioni in Europa e nel resto del mondo, dove non esistono divieti di questo tipo". Inoltre spiega che il gioco sommerso è "individuato dagli esperti come la vera causa delle ludopatie"


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Dopo le proteste dei singoli presidenti della serie A, come ha fatto il presidente del Genoa Enrico Preziosi, e del presidente di Sistema Gioco Italia, Stefano Zapponini, è giunta una nota ufficiale della Lega. La “Confindustria del pallone”, si legge nel comunicato, “segue con estrema preoccupazione l’iter di conversione del “Decreto Legge Dignità” e l’impatto sul calcio italiano delle norme che vietano la pubblicità da parte delle aziende di scommesse”. Ecco punto per punto, la nota contenente la risposta al ministro dello Sviluppo economico Di Maio, promotore del provvedimento.

DISPARITA’ – “Nel sottolineare la palese disparità rispetto alle altre nazioni in Europa e nel resto del mondo, dove non esistono divieti di questo tipo, ed evidenziando le negative conseguenze in termini di indotto e occupazione in Italia dovute all’introduzione di tale misura, la Lega Serie A ricorda che nella stagione 2017/2018 dodici Società del massimo campionato hanno sottoscritto un accordo di partnership con aziende del comparto betting, il quinto settore come investimenti nella classifica delle sponsorizzazioni di maglia nei sei principali tornei europei. In Premier League, da tutti individuata come benchmark per la riconosciuta capacità di generare risorse, il 45% dei club ha una società di gaming come sponsor di maglia e in tutti gli stadi, sui led a bordocampo, appaiono pubblicità di aziende di betting. Il World Football Report 2018 di Nielsen Sports certifica che in dieci anni, tra il 2008 e il 2017, il totale degli investimenti riversati sui sei maggiori campionati europei di calcio da parte delle società di giochi e lotterie è stato pari a 633 milioni di dollari”.

DANNO PER LE SOCIETA’ – Impedire alle aziende di questo settore di investire in promozione nel nostro Paese porterebbe svantaggi concorrenziali ai club italiani, dirottando all’estero i budget pubblicitari destinati alle nostre squadre.

IL PIATTO PIANGE PER IL FISCO – “Si evidenzia altresì che lo Stato italiano perderebbe, nel corso dei prossimi tre anni, sino a 700 milioni di gettito proprio come conseguenza del divieto per questa tipologia di advertising”.

LOTTA ALLA LUDOPATIA – “La Lega Serie A, nell’abbracciare e condividere appieno l’intento degli articoli relativi alla lotta alla ludopatia, ritiene che le misure attualmente individuate non siano realmente efficaci per arginare tale dipendenza, che andrebbe invece posta sotto i riflettori attraverso programmi di educazione, prevenzione, sensibilizzazione e disincentivo al gioco patologico. A tal proposito la Lega Serie A ricorda che da quattro stagioni organizza, per tutti i calciatori e gli staff tecnici delle Prime Squadre e delle formazioni Primavera dei propri club, giornate di formazione contro il match-fixing, con evidenti effetti positivi sulla conoscenza del fenomeno per i propri tesserati. Iniziative di questo tipo vanno sostenute e moltiplicate, considerandole realmente utili per informare e prevenire”.

GIOCO CLANDESTINO, CAUSA DELLE LUDOPATIE – “La Lega Serie A, con le sue Società, è da sempre impegnata nella diffusione della pratica responsabile del betting e ritiene che l’introduzione di questo provvedimento, così come approvato dal Consiglio dei Ministri, proibendo ogni forma di comunicazione e pubblicità, favorisca inoltre il proliferare di operatori non autorizzati alla raccolta e il diffondersi del gioco sommerso e clandestino, individuato dagli esperti come la vera causa delle ludopatie”.

La Lega conclude il comunicato lasciando spazio alla trattativa e “si rende da subito disponibile ad aprire un tavolo di lavoro con tutte le parti interessate, nella speranza che il provvedimento già approvato possa essere opportunamente rivisto e correttamente indirizzato all’individuazione di soluzioni concrete che impattino realmente sul contrasto alla dipendenza da gioco e preservino inoltre l’occupazione e l’indotto del settore”.

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