La lavagna tattica: il finto 4-3-3 di Prandelli ha ottenuto un punto a Bologna

Non avendo un altro bomber come Piatek, il tecnico sta cercando di far partecipare quanti più giocatori alla fase offensiva per “distribuire” i gol dell’ex idolo della Nord tra più uomini. un esempio è Lerager

Il pareggio di Lerager (Foto Genoa cfc Tanopress)

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La strada giusta: Genoa, a Bologna un pareggio d’oro. Lentamente, ma con costanza – citando Rafa Benitez “sin prisa, pero sin pausa” – il Grifone targato Cesare Prandelli sta prendendo forma, assumendo una fisionomia bene precisa. I rossoblù non hanno ancora raggiunto una qualità di gioco eccelsa, ma hanno trovato compattezza e intensità in ambo le fasi di gioco. Se la qualità della manovra è destinata ad innalzarsi con l’inserimento a pieno regime dei nuovi acquisti nei meccanismi della squadra, i movimenti della linea difensiva vanno ancora migliorati in determinate letture, perché anche a Bologna – ma con un reparto orfano di Romero e con Gunter arrugginito- proprio il reparto arretrato ha manifestato delle difficoltà sia di posizionamento che di movimento.

Il finto 4-3-3 del Genoa

I numeri sono importanti, ma nel calcio non dicono tutto, soprattutto quando si parla di disposizione in campo. Prandelli ha variato molto sperimentando più moduli, una ricerca dettata dalla necessità di trovare l’abito più comodo da far indossare alla sua squadra. Dal 4-4-2 al 4-5-1 finendo con il 4-3-3 e proprio quest’ultima soluzione sembra essere quella più congeniale al Genoa per le caratteristiche degli interpreti, soprattutto dopo aver rivoluzionato la mediana nella sessione di calciomercato invernale. Partendo dal caposaldo della difesa a 4, Prandelli ha variato spesso la mediana e la linea offensiva, decentrando Kouamé sulla sinistra e avanzando Lazovic. Non sarà un 4-3-3 zemaniano o sarriano, perché il Genoa alla fraseggio preferisce le rapide verticalizzazioni – affidandosi fin troppo spesso ai lanci lunghi – ma la squadra sembra aver trovato un certo equilibrio. Sono i moduli a doversi adattare alle caratteristiche dei giocatori, una massima che fotografa fedelmente il Grifone. Con una mediana di fosforo e sostanza, e due ali veloci e dotate tecnicamente il 4-3-3 dei rossoblù si trasforma in un 4-5-1 in fase di non possesso. Tanta densità nella propria metà campo per cercare di ripartire velocemente attaccando l’inevitabile profondità che si viene a creare, cercando di portare quanti più uomini possibili nella metà campo avversaria. Una strategia nata anche per sopperire alla partenza di Piatek, l’uomo che da solo aveva segnato più della metà dei gol del Genoa. Non avendo – ovviamente – un altro bomber di questa portata, Prandelli sta cercando di far partecipare quanti più giocatori possibili alla fase offensiva per “distribuire” i gol dell’ex idolo della Nord tra più uomini. L’esempio è dato da Lerager, la mezzala ex Bordeaux ha accompagnato la manovra del Grifone inserendosi non solo centralmente ma anche sulla destra, variando di fatto posizione con Lazovic. Nella figura 1 sono indicate le zone di campo in cui la mezzala danese ha agito:

Figura 1 (Heat map Lerager)

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