Kouamé, crack al crociato: il mercato di gennaio diventa cruciale

La società non deve farsi trovare impreparata come nel dopo Piatek

Kouamé Genoa
Kouamé dopo il gol alla Juve (foto di Genoa CFC Tanopress)

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La diagnosi è impietosa e reca il peggior infortunio che si possa abbattere sulla carriera di un calciatore: rottura del legamento crociato. Se l’è rotto in Egitto, Christian Kouamé. Probabilmente il 12 novembre scorso in Coppa d’Africa Under 23, una manifestazione particolarmente sentita nel continente al pari del torneo delle Nazionali maggiori. Gli esami strumentali svolti ieri hanno eliminato ogni residualità di dubbio: la stagione dell’ivoriano termina sul più bello, all’imbocco di un mese decisivo tra scontri diretti e derby. Kouamé si ferma dopo cinque gol e tre assist segnati e forniti in undici partite di Serie A.

La reazione dello spogliatoio del Genoa è stata unanime sebbene il colpo sia duro da assorbire. Da Romero a Cassata, dal compagno di reparto Pandev a Ghiglione. Tutti hanno tributato un messaggio pubblico a Kouamé. L’infortunio priva il Grifone del suo principale goleador esattamente come la cessione di Piatek sfilò al Genoa l’allora capocannoniere del campionato. Memore dell’esiziale errore di gennaio la società non dovrà più farsi cogliere impreparata ma, anzi, sostituire a dovere un giocatore di spessore come Kouamé. Il mercato di gennaio diventa ancor più cruciale per la dirigenza rossoblù, ora costretta a intervenire per integrare l’attacco.

Sarà cruciale anche il mese di partite prima di Natale per capire come la squadra e mister Thiago Motta ovvieranno all’assenza di Kouamé. Naturalmente ci sarà più spazio per Sinan Gumus mentre Pinamonti è chiamato al salto di qualità adesso che la responsabilità del gol è quasi tutta sulle sue spalle. Conterà oltremodo anche l’esperienza di Pandev, là davanti, e di Mimmo Criscito, là dietro, entrambi senatori dello spogliatoio del Grifone. Non solo gli uomini citati ma anche tutti gli altri sono chiamati a uno sforzo supplementare. L’unione fa la forza. E non è soltanto una parafrasi dumasiana usata per il peggior infortunio per un calciatore.

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