Irpef, quanto mi costi. Per il Genoa un passo indietro in classifica

Il club patteggia con la Procura Federale dopo il grave errore procedurale di fine 2022

Genoa Gradinata Nord
La Gradinata Nord (foto Genoa cfc Tanopress)

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Un solo punto di penalizzazione per il caso Irpef equivale per il Genoa a una palla di fucile che lascia una bruciatura in luogo di una profonda ferita. La società dribbla il deferimento, e la conseguente richiesta di pena minima edittale (-2 in classifica), ricorrendo al cosiddetto patteggiamento previsto dall’art. 126 del Codice di Giustizia Sportiva: un autentico bonus, valido una sola volta e non già in caso di recidiva, che riduce la sanzione fino alla metà a fronte di «una proposta di accordo», recita la norma, accolta dalla Procura Federale onde evitare le lungaggini dibattimentali. Il Genoa dialoga con la Procura e limita il danno, anche d’immagine a diciotto mesi dal cambio societario, mentre la Reggina, monitorata speciale, è costretta a mantenere la stessa strategia tributaria poiché recidiva; i legali rossoblù hanno dimostrato l’assenza di dolo nella condotta gravemente tardiva – oltre il termine perentorio del 16 dicembre 2022 – di presentazione di una doppia transazione fiscale e previdenziale.

Il ricorso al suddetto rito premiale non segna la sconfitta del giustizialismo così come lo scaturente accordo transattivo non va analizzato con vittimismo, o peggio come irregolarità della competizione, anche perché nelle ultime diciassette edizioni della Serie B, dunque nello spaccato di diciotto anni, soltanto una volta (nel 2020-2021) la classifica non è stata funestata dalle penalizzazioni. É vero quando si dice che la B sia un girone infernale non adatto a tutti. I precedenti casi Irpef in cadetteria sono molteplici perché la materia è molto tecnica e necessariamente orientata dalla prudenza e non dalla fantasia creativa: lo Spezia (-1 nel 2007), Bari (-2 nel 2018) e l’anno scorso la Reggina (-2). Tuttavia, vi è un elemento che emerge incontrovertibilmente dalla vicenda genoana se comparato con il delicato caso del Pisa che nel 2017 viveva la medesima condizione di decozione sociale della Sampdoria e venne sanzionato anche per il mancato pagamento degli stipendi netti, non soltanto per il lordo: 777 Partners, a differenza, paga.

La pendenza del Genoa scaturita da un errore procedurale, tanto grave quanto evitabile, è chiusa definitivamente e il club rossoblù, che non riceveva punti di penalizzazione dal 2005, onorerà anche il pregresso tenuto conto che, come motivato nel pronunciamento della Procura Federale, all’epoca dei fatti «la società risultava disporre di un saldo attivo sul conto corrente bancario che avrebbe comunque consentito il pagamento integrale delle ritenute contestate». Certamente l’art. 63 del neonato Codice della crisi e dell’insolvenza non fungerà da apripista tributario per il pallone che, a ogni buon conto, si consola con il privilegio feudale della norma “Salva-Calcio”: sessanta comode rate per rientrare dai pagamenti arretrati di ritenute Irpef che, nel caso degli squadroni italiani, ammontano a 50 milioni per l’Inter, poi Lazio (40), Roma (38 milioni), Juventus (30), Napoli (25 milioni), Fiorentina (15) e Milan (10). Una classifica speciale che non sarà alterata da alcun punto di penalizzazione.

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