Impossibile lanciarsi in paragoni. Pinuccio Brenzini e Lino Marmorato, il tandem di Radio Nostalgia inviato in tutti gli stadi dove gioca il Genoa, è assolutamente unico. Unico come l’affetto e la simpatia del pubblico nei loro confronti, e per l’audience che riescono a garantire in virtù di uno stile che non si può ridurre all’ambito sportivo. A seconda delle fortune della squadra, tramite le loro voci si passa dall’esaltazione al dramma. Proprio come spesso capita ai tifosi del Genoa, fino a qualche tempo fa a corto d’equilibrio.
Una coppia già entrata nella storia rossoblù e che, ad ogni circostanza, riesce a superarsi. Indimenticabile, restando agli ultimi giorni, l’urlo dopo il gol di Beppe Sculli all’ultimo secondo di Genoa – Lille, grazie al quale le speranze di proseguire il cammino in Europa League restano concrete.
Pianetagenoa1893.net ha deciso di confrontare Pinuccio e Lino attraverso un’intervista doppia, invenzione delle “Iene” che, ci auguriamo, possa avere buoni riscontri anche sulle pagine del nostro sito.
Alcuni vi credono “marito e moglie”: qualche battibecco radiofonico, ma indissolubili in nome del Grifone. Siete davvero così?
PINUCCIO: «In nome del Grifone si può fare qualsiasi cosa, anche essere indissolubili. Per assurdo possiamo anche essere gay: ma non lo siamo e, voglio ben specificarlo, non abbiamo niente contro di loro».
LINO: «Al di là del rapporto lavorativo, tra di noi c’è anche e soprattutto una grande amicizia, che risale dai tempi di Recco, quando ci incontravamo al bar Orchidea».
Nella vita reale siete sposati o fidanzati con…?
PINUCCIO: «Sono sposato con mia moglie e fidanzato col Genoa».
LINO: «Sono sposato e ho avuto due figli dalla prima moglie».
Cosa apprezzi in Lino?
PINUCCIO: «La bontà».
Cosa apprezzi in Pinuccio?
LINO: «E’ un integralista del Genoa e di Preziosi».
Cosa detesti in Lino?
PINUCCIO: «E’ un ex arbitro».
Cosa detesti in Pinuccio?
LINO: «Quando guida, molto spesso telefona senza usare l’auricolare e io mi “cago” sotto.
Cos’è per te il Genoa?
PINUCCIO: «E’ la mia vita, la mia gioia».
LINO: «Quest’anno faccio le nozze d’oro con il Genoa grazie ad una fuga con amici di Borgoratti; devo dire grazie a Callaghan».
Ci raccontate il vostro rapporto col pubblico?
PINUCCIO: «E’ un rapporto straordinario, di grande fortuna per me. Mi dà molto di più di quanto pensi di meritare: ho ricevuto il coro in campo sotto la Gradinata Nord che è un privilegio riservato ai giocatori».
LINO: «Trasmette emozioni incredibili. Immagino chi mi ascolta e, in particolare, mi riferisco a quei mariti che la domenica escono con la famiglia, ai portatori di handicap, a chi purtroppo non può vedere, e ai religiosi. In quest’ultima categoria inserisco con piacere suor Francesca».
In cosa vi distinguete rispetto agli altri colleghi che seguono il Genoa?
PINUCCIO: «Noi siamo pazzi, gli altri no».
LINO: «In nulla, tutti quelli che seguono il Genoa per lavoro devono essere apprezzati, e sulla piazza rossoblù ci sono tanti colleghi bravi».
Quali sono le domande più frequenti che vi fanno i tifosi che vi fermano per strada?
PINUCCIO: «Mi chiedono come faccio a svolgere delle radiocronache esaltanti, ma a volte da elettrocardiogramma».
LINO: «Chi acatemmu? In qualunque periodo dell’anno, la domanda è sempre la stessa».
In che circostanze hai provato le emozioni più forti seguendo il Genoa?
PINUCCIO: «Sono diverse. La rete di Lopez quando la squadra militava in serie C: di recente i gol di Milito nell’ultimo derby terminato 3-1».
LINO: «In tutte le occasioni in cui il Genoa ha vinto, e in quel Salernitana – Genoa ai tempi dei play off di serie C, con il rigore di Stellini trasformato negli ultimi minuti».
Qual è la principale differenza tra un genoano ed un sampdoriano?
PINUCCIO: «Ci sono tutte le differenze possibili: non esiste un aspetto che li accomuni».
LINO: «I tifosi sono tutti uguali, non ci sono differenze».
Qual è il più grande dispiacere che le ha procurato il Genoa?
PINUCCIO: «Sicuramente la retrocessione in serie C a tavolino nel 2005. E’ stato un male fisico, più che psicologico: credevo di dover andare a farmi visitare dal medico».
LINO: «Lo spareggio di Firenze contro il Padova con il rigore fallito da Galante. Pippo Spagnolo ripeteva spesso: sei genoano, vuoi anche vincere?»
Qual è il giocatore più forte che ha visto giocare nel Genoa?
PINUCCIO: «Sicuramente Diego Milito».
LINO: «Io i giocatori li guardo dalla maglia in giù. Difficile sceglierne uno, ma Gigi Meroni e Pato Aguilera avevano qualcosa in più. Attualmente, invece, ho due idoli: Marco Rossi e Omar Milanetto».
E il più scarso?
PINUCCIO: «Mi viene in mente Capogna quando giocava in serie C nei primi anni ’70: ma l’ho amato lo stesso come tutti quelli che indossano la maglia più bella del mondo, quella rossoblù».
LINO: «Nieto e Domingo. In patria, però, stanno facendo bene, e ciò dimostra che, semplicemente, non erano adatti per il calcio italiano».
Cosa sarebbe disposto a fare se il Genoa, al termine della stagione vincesse l’Europa League o la Coppa Italia?
PINUCCIO: «Non so, qualunque cosa: sarei disposto anche a dedicare una maratona al Genoa, nonostante abbia un problema a un ginocchio».
LINO: «Per uno di questi due trofei non mi sentirei di far nulla di particolare ma, il giorno che vinceremo il decimo scudetto, smetterò di fare questo mestiere per tornare a vedere le partite del Grifone dalla gradinata nord».
Marco Liguori
Claudio Baffico
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