Il Top 11 Genoa di Marco Rossi: «Un 4-4-2 con Signorini e tanti giocatori del ’92»

L'ex capitano rossoblù ha scelto Torrente e Branco in difesa, a centrocampo Eranio, Bortolazzi e Ruotolo, ma ha inserito anche Meroni a destra. In attacco Skuhravy e Pato

Marco Rossi e Serena Gualinetti (Foto Genoa Channel)

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«Il mio nuovo ruolo nel Genoa? Fa sempre piacere rimanere nel modo Genoa. Il mio ruolo consiste nel restare accanto alla squadra, stare nello spogliatoio, e cercare di risolvere i problemi con i giocatori, visto che io esco dalla spogliatoio, so cosa succede e conosco 3-4 giocatori con cui ho giocato assieme e parlo con loro». Marco Rossi, indimenticato capitano rossoblù, ha spiegato a Serena Gualinetti di Genoa Channel in cosa consiste il suo nuovo incarico da Club manager. Rossi spiega perché ha scelto per il suo Top 11 giocatori non più in attività. «Perché quelli che sono in attività, quando smetteranno saranno sicuramente in 3 o 4 nella hall of fame del Genoa. Però adesso devono ancora scrivere la loro storia nel Genoa e fortunatamente hanno ancora del tempo per farlo».

Che effetto ti fa poter scegliere tra tanti campioni che hanno fatto la storia del Genoa?

«Il Genoa è la sua storia: ho scelto giocatori che hanno contribuito a fare ciò. Ho messo tanti giocatori che nel dopoguerra e soprattutto nel ’92 hanno costruito un pezzo di storia del club».

Con quale modulo schieri la tua squadra?

«Ho scelto un 4-4-2 perché valorizza le prestazioni dei giocatori che ho scelto».

Un modulo che dà tanta importanza alle corsie esterne: forse questo dipende dal ruolo che avevi in campo da calciatore?

«Sì, potevo fare il 4-4-2 ma mi trovavo meglio col 3-5-2 e fare tutta la fascia. Però ho iniziato col 4-4-2».

Partiamo: in porta?

«In porta metto Martina, che è storico portiere».

Terzino destro?

«Vincenzo Torrente perché era aggressivo, è stato capitano»

Al centro?

«Signorini e Onofri, i due capitani che non si possono non mettere per la storia che hanno fatto al Genoa».

Due leggende: ti chiedo se hai tratto ispirazione da loro quando sei diventato capitano

«Sì, da come ci si muove in campo sicuramente. Poi nello spogliatoio non lo posso dire, non avendo vissuto con loro, ma come atteggiamento in campo, sì».

Terzino sinistro?

«Rimanendo nella storia, Branco per il gol che ha segnato alla Sampdoria».

Un po’ come il tuo?

«Lo faccio dire agli altri. Però è forse la mia più grande soddisfazione da calciatore».

Esterno destro?

«Metto un giocatore che, ahimé, non l’ho visto giocare ma era straordinario: Meroni».

A centrocampo?

«Bortolazzi e Ruotolo: quest’ultimo ha fatto più presenze nel Genoa, come posso non schierarlo».

Esterno sinistro?

«Un giocatore che era di ruolo a destra, ma lo metto a sinistra: Stefano Eranio. Non ha fatto gol, ma quell’immagine dell’uno-due che ha fatto a Liverpool rimarrà indelebile nella mente dei tifosi, con il passaggio ad Aguilera che ha segnato il gol al Liverpool»

E’ la tua scelta per la coppia d’attacco: sono passati 29 anni da quella vittoria a Liverpool. Tu avevi 14 anni, te la ricordi? 

«La ricordo bene perché mi sembra fosse trasmessa su Italia 1. All’epoca seguivo il calcio e in particolare il Genoa di cui ero già innamorato: avevo svolto un provino a 10 anni. Mi sarebbe piaciuta quella direzione e sono riuscito a giocarci e a diventare capitano. Ricordo che saltai sul divano: fu una bella emozione. La storia dice che nessuna squadra italiana aveva vinto lì e il Genoa c’era riuscito».

Nella prossima pagina il riepilogo.

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