Il segreto del Genoa? Qualità e sacrificio

Sono le caratteristiche che Gilardino afferma essere fondamentali per le prestazioni convincenti, come quella di ieri con la Ternana

Sirianni Preziosi
Vittorio Sirianni

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.

Queste sono le partite che rivelano quando una squadra è forte è consapevole dei propri mezzi.
Contro la Ternana, il Genoa segna subito e si rassicura sul vantaggio, poi domina un tempo, ma nella ripresa si trova a dover affrontare un’avversaria in netto recupero che gioca e preoccupa. Ed è qui che viene fuori vero Genoa: calmo, attento, nessuna sbavatura.
Una difesa insuperabile, nessuna ansia, né scivoloni negativi. Supporto alle linee avanzate, dove uno Strootman strepitoso conduce la danza che facilita anche la fase offensiva, Insomma, una squadra che, di fronte a un valido avversario, propone la sua massima caratteristica, quella che vuole il suo eccellente allenatore: coraggio, umiltà, fiducia, qualità.
Coraggio nel controbattere botta su botta gli attacchi avversari, umiltà nel non abbassare la guardia ma, consapevole di poter tranquillamente reggere l’urto, qualità nell’impostare azioni e contro repliche tattiche.
Gilardino puntava su questa partita, dopo le ultime interessanti esperienze sul gruppo, inteso come assieme integrato e compatto e poi sulla solidità difensiva. Raggiunti entrambi gli obiettivi: che la squadra sia ormai compatta è dato di fatto, da un parte soffre, dall’altra è propositivo. Insomma un assieme di lusso.
E poi il centrocampo che il tecnico ha definito “mediana d’attacco”. Capacità cioè di coprire quelle zone dove Puscas soprattutto allungava la difesa avversaria.
Due citazioni meritano comunque una matita blu: in difesa Vogliacco, un centrale di difesa che sta diventando fondamentale e soprattutto in linea con i suoi compagni (otto gare al Ferraris senza subire gol). Difesa, detta “il muro del pianto” per gli avversari.
E poi Strootman, assoluto “re” del centrocampo. In questo periodo, un centrocampista simile sta diventando (insieme a Gudmundsson) il vero valore aggiunto della formazione rossoblù.
Diciamo anche che la grande dodicesima “carta” tinta di rossoblù è il Ferraris: sono 25mila tifosi che accompagnano i loro idoli con una passione e un entusiasmo unici, che spaventano quasi sempre gli avversari (basta ascoltare il tecnico avversario Lucarelli).
Detto questo deve essere assolutamente ribadito però che il campionato è ancora lungo (nove giornate): il Grifo ne giocherà cinque fuori e quattro in casa. Nulla è ancora deciso, basta un niente, un improvviso inciampo per fermarsi.
I giocatori e soprattutto il tecnico lo sanno, ma stanno anche e guistamente rendendosi conto della forza che hanno dentro: è quella qualità umana che si è scoperta in tutti loro.
Qualità e sacrificio: li predica Gilardino. Quella del Grifone non è “la strada sbagliata” di De Andrè, né la “strada anfosa” di Modugno, è la strada giusta che può portare al grande successo della promozione. E adesso, sotto col Brescia.
Vittorio Sirianni

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.