Il presidente dell’AIC Tommasi: «L’obiettivo è finire i campionati in campo»

Il presidente dell'AIC: «Il rischio reale però è quello di dover chiudere qui, ma bisognerà fare i conti con le serie minori»

Tommasi
Damiano Tommasi (Foto Luca Volpi per Luca Wikipedia)

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Il presidente dell’AIC, Damiano Tommasi, è intervenuto durante Radio 2 Social Club. Ecco le sue dichiarazioni:

 

Su come gestire la situazione legata al mondo del calcio e alla ripresa.

 

«Viviamo in una società dove l’informazione calcistica deve vivere giorno dopo giorno e quindi si devono riempire le pagine parlando della speranza di tornare in campo. Ora tutti si limitano a dire che non si riprenderà prima di una certa data, anche perché il calcio è a valle di tante attività che dovranno riprendere il prima possibile».

 

Sulle decisioni prese come sindacato dei calciatori.

 

«Decidere a tavolino è rischioso per i potenziali ricorsi. L’obiettivo è quello di finire i campionati in campo, è il modo migliore per tutte le categorie. Il rischio reale però è quello di dover chiudere qui, ma bisognerà fare i conti con le serie minori, con società che rischiano di non iscriversi ai prossimi campionati e giocatori che rischiano il posto di lavoro».

 

Sulla sua decisione di tagliarsi lo stipendio.

 

«La prospettiva di allora è simile a quella attuale, ovvero quella di non tornare a giocare. Ho fatto un investimento riuscendo anche a tornare a giocare, dunque vincendo la mia sfida».

 

Sulla sua esperienza in Cina.

 

«Ho vissuto questi giorni in modo particolare perché ho un amico che dalla sua finestra vede l’ospedale di Wuhan. Lì hanno ancora diversi mesi prima di uscirne».

 

Sulla sua partita più bella.

 

«Parto facendo una premessa: uno dei più bei regali che ho fatto alla Roma è stato quello di permettere a Totti di giocare fino a 40 anni. Per 10 anni ho corso anche per lui (ride). La gara che mi ricordo di più è quella in cui ho segnato dopo un minuto dal rientro dell’infortunio. Non ero abituato al gol e sono stati i due minuti più emozionanti della mia carriera».

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