Aveva vinto la terza edizione di di “One of Us”, il talent che mette in palio un contratto da professionista. Flavio Morini, classe 2007 e romano di nascita, ha raccontato ai microfoni di Gazzetta.it com’è riuscito a coronare il suo sogno di diventare professionista, firmando lo scorso luglio con il Genoa. Ecco come aveva trovato la app di “One of Us”: «Grazie a TikTok. Mi ricordo che era una di quelle giornate dove ti metti sul divano a scrollare a caso il telefono all’infinito. Mi capitò la pubblicità dell’ultimo vincitore e a quel punto mi sono detto ‘proviamoci’. Non lo dissi neanche ai miei genitori, completai la procedura d’iscrizione scegliendo il profilo “Future Player” e da lì iniziò il mio percorso su One of Us».
Morini giocava nel Fonte Meravigliosa a Roma ed era andato a Pisa per effettuare un provino di selezione: «Ci sono tre fasi in One of Us, selezione, semifinali e finale. Arrivi al campo con 30 ragazzi e ti dividono in squadre miste in base a età, statura e altri fattori. Cominci con un’attivazione tecnica tra dribbling, slalom, tiri in porta, lanci, passaggi, e finisci con una partitella: primo tempo da 45 minuti, il secondo dura fin quando non siete tutti morti. Il tutto sotto gli occhi degli osservatori». Dopo la fase finale «al campo c’erano degli osservatori del Genoa che a fine partita si sono riuniti in cerchio per consultarsi e scegliere il vincitore».
La scorsa estate ha firmato il contratto con il club più antico d’Italia e poi «ho cominciato con la preparazione lo scorso agosto con gli Under 18 di Gennaro Ruotolo. Ci alleniamo quasi tutti i giorni in base alla partita, questo è un periodo tosto perché in allenamento si cerca di alzare sempre il ritmo e dare il massimo. Io lavoro per dare il meglio e attendo il mio momento per debuttare. Non si finisce mai di crescere». Ora si sta impegnando al massimo per il momento in cui entrerà in campo: «Col direttore abbiamo parlato di più o meno sei mesi di tempo prima di debuttare, ne sono passati quattro». Il ragazzo sogna la serie A e ha due idoli: «Idolo di mentalità, Cristiano Ronaldo. Un esempio. Idolo di campo direi Materazzi». Da Roma a Genova, non ha risentito del cambio di vita: «Sono cresciuto in un ambiente romano, tra battute e risate. Ma a Genova mi sto trovando bene. Ho incontrato tutte belle persone, con cui mi posso confrontare serenamente».