Il Giorno del Ringraziamento dei genoani è già passato: ora missione salvezza

A Genova non diventerà abitudine consumare un tacchino, nemmeno a maggio

Wander Shevchenko Genoa
Joshua Wander stringe la mano a mister Andriy Shevchenko (foto di Genoa CFC Tanopress)

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Non sarà mai abitudine a Genova consumare un tacchino il 25 novembre, soprattutto se farcito di mele, affogato nel burro e accompagnato da una salsa ai mirtilli. De gustibus. I tifosi del Genoa hanno celebrato il proprio Giorno del Ringraziamento con dieci giorni d’anticipo rispetto alla data canonica della tradizione americana, sebbene per ironia della sorte siano stati gli americani medesimi a disegnare un nuovo futuro per il club di calcio più antico d’Italia. Servirà tempo e pazienza, lo aveva anticipato Shevchenko citando Tolstoj, ma il percorso è tracciato: il Genoa avrà una struttura sociale operativa completamente riformata, una dirigenza vicina alla squadra e, da gennaio, dei rinforzi di livello (almeno quattro) che hanno convinto l’ex commissario tecnico dell’Ucraina ad accettare una sfida delicatissima, come lo stesso avrà constatato negli allenamenti e contro la Roma di quell’Afena-Gyan che a giugno si fece parare un rigore da Corci nella finale scudetto U18.

Salvare il Grifo, tuttavia, è un obbligo e non solo per scongiurare la fine del Parma, venduto al 90% dal gruppo degli imprenditori parmigiani a Krause per quasi centoventi milioni di euro e precipitato fino al quattordicesimo posto in B. La salvezza è il primo passo di un lungo cammino – il presidente Zangrillo preferisce parlare di «esperienza», adoperando cura nella scelta delle parole – il quale vuole riportare il Genoa nel suo alveo storico, ossia nella nobiltà del calcio «puntando ai migliori piazzamenti possibili in Serie A», come scritto nel primo comunicato ufficiale che ormai è diventato un autentico patto sottoscritto con i tifosi. Per riuscire in un risultato oggi così distante, anche psicologicamente, la squadra non deve perdere contatto dal treno di concorrenti che l’anticipano in classifica e sopportare le ultime gare del girone d’andata il quale presenta sostanziali analogie di disperazione se comparato a un anno fa: dopotutto la matrice che detta l’impronta è stata la stessa.

Il mercato di gennaio, già iniziato in via sotterranea, marcherà la differenza poiché la generalizzata crisi di liquidità dei club è ancora tangibile e il sistema calcio risentirà degli effetti pandemici su più esercizi. Il Genoa degli americani dovrà sfruttare la propria agilità finanziaria per dare a Shevchenko una rosa di migliore qualità e altresì per approfittare del divieto di operazioni inflitto allo Spezia, e confermato dalla Commissione d’Appello Fifa, e della situazione caotica alla Salernitana: non è da escludere un girone di ritorno con diciannove elementi o con uno di essi invitato al ballo delle retrocedende prima degli altri. Il Grifone potrebbe portarsi in vantaggio su due club ma le proiezioni già prima di Natale non hanno alcun valore razionale poiché esse si basano sulla sensazione, che può essere sbagliata, e sulla lettera di una classifica ancora provvisoria che potrebbe riservare colpi di scena in alto come in basso. A Genova non diventerà abitudine consumare un tacchino, nemmeno a maggio.

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