IL GIORNALISTA DELLA SETTIMANA – GIOVANNI PORCELLA: «Il calendario è favorevole alla Fiorentina ma io punto sul Genoa»

Per lui il Genoa non ha più segreti. Frutto della passione, della competenza e della capacità  di guardare dietro all'apparenza. E' anche questo il motivo per cui Giovanni Porcella è diventato uno dei giornalisti più apprezzati dalla tifoseria gen


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Per i genoani, oltre che un valido giornalista da cui attingere notizie, è diventato nel corso del tempo un vero e proprio idolo. La spontaneità, la capacità di uscire dagli schemi, il coraggio di porre domande scomode, ma sempre in modo educato. E poi quelle espressioni del viso inimitabili che esprimono in maniera esauriente il concetto in questione: senza bisogno del supporto delle parole. Giovanni Porcella, volto storico ed amatissimo di Primocanale, è uno dei personaggi che ti rende fiero di essere genoano. Non è più tempo per falsi moralismi: qui ci vuole gente che ci parli con il cuore in mano, ed il popolare giornalista, sotto questo punto di vista, è senza dubbio uno dei migliori in circolazione. E poi come si può non amare quella magliettina rosa che ha accompagnato i momenti più felici degli ultimi anni del Grifone? A proposito, Giovanni, tienila pronta che magari, tra qualche settimana, sarà il caso di sfoggiarla nuovamente…

Signor Porcella, dopo un silenzio quasi imbarazzante, i media nazionali si sono improvvisamente accorti del Genoa. Come se lo spiega?

«La vittoria contro la Juventus è stata troppo convincente per essere ignorata. A mio avviso, con questa grande partita si registrerà una svolta mediatica e, con le numerose testimonianze di apprezzamento per il gioco espresso dai rossoblù, qualcosa inizia già a vedersi. Il Genoa, con certe vicende del recente passato, aveva comunque da pagare uno scotto, ed alcuni media nazionali, per un determinato periodo, hanno continuato a vedere con sospetto le vicende del Grifone. Beh, credo che adesso questa fase sia terminata definitivamente».

Rispetto a qualche tempo fa, anche nello spogliatoio il clima sembra molto diverso. Lo testimonia la mentalità con cui i giocatori stanno affrontando questo momento: non si pensa tanto a difendere i due punti di vantaggio dalla Fiorentina, quanto a cercar di acciuffare Milan e Juventus.

«Questa è una grande squadra che pone le basi su un ottimo gruppo. Il segreto, dal mio punto di vista, è che tutti hanno fame di successi. Da Matteo Ferrari, che nell’ultimo periodo in giallorosso era stato quasi dimenticato, a Salvatore Bocchetti, che un anno fa militava ancora nel Frosinone, da Beppe Sculli, che la società ha saputo aspettare anche durante i mesi di squalifica, a Mimmo Criscito, ripudiato dalla Juventus e punto di forza di questo Genoa, per non parlare di Thiago Motta, che ormai veniva considerato un ex giocatore, Juric, che ha saputo guadagnarsi la convocazione in nazionale croata a trentatrè anni, e Milanetto, uno dei pochi registi rimasti, costretto per diverso tempo, ad esprimere le proprie qualità in serie B».

Cinque partite senza Milito, cinque vittorie: come se lo spiega?

«La vera dimostrazione che si può vincere anche senza il bomber argentino è arrivata contro la Juventus. In precedenza, infatti, pur senza togliere nulla alle avversarie di turno, i successi erano giunti a scapito di squadre non irresistibili come Lecce, Chievo, Torino e Reggina. Per essere sinceri, il Grifone una partita senza il “Principe” l’ha persa: era la prima di campionato, e a Catania i locali si imposero per 1-0. Da lì a pochi giorni, il presidente avrebbe messo a segno il suo grande colpo».

Fino ad un paio di anni fa, alle prime voci di mercato la tifoseria e lo spogliatoio andavano in subbuglio. Quest’anno, invece, benchè i media nazionali abbiano iniziato da tempo un fastidioso martellamento sui destini di Milito, Thiago Motta, Bocchetti e Criscito, l’ambiente appare molto più tranquillo e fiducioso, e gli stessi protagonisti hanno manifestato, senza giri di parole, l’intenzione a rimanere.

«La piazza è maturata molto anche se c’è ancora qualcuno che pensa allo scudetto invece di godersi la fantastica stagione di quest’anno. La gente, dopo quanto accaduto con la traumatica retrocessione in C, non ha più paura di morire e si gode la vita con uno spirito ben diverso».

Molto spesso si sostiene che un allenatore incide sulle fortune di una squadra per circa il 10%. Questo discorso, però, non può essere esteso a mister Gasperini, uno dei veri artefici di questo Genoa da applausi.

«Se dovessi suddividere i meriti tra le varie componenti darei un 50%al presidente Preziosi, il 30% a Gasperini ed il restante 20% alla squadra».

Calendario alla mano, il Genoa può davvero coronare il sogno della qualificazione alla Champions League?

«Sulla carta la Fiorentina può contare su impegni più abbordabili: in altre parole, le ultime quattro gare può vincerle tutte, mentre le uniche insidie sono costituite dalle prossime due partite, contro Udinese e Roma. Ben diverso il discorso per il Genoa: il derby e la trasferta di Bergamo sono ostacoli molto duri ma, se la lotta salvezza sarà ancora intricata, anche le altre sfide saranno da prendere con le molle. Nonostante tutto, le grandi motivazioni dei rossoblù mi portano a guardare avanti con rinnovata fiducia».

Claudio Baffico

 

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