Il Genoa punta tutto su Amiri, l’enganche di Germania

Nadiem è un giocatore ordinato e moderno che può stare alla mezz'ala come sulla trequarti

Amiri Genoa
Nadiem Amiri in allenamento (foto di Genoa CFC Tanopress)

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L’organico del Genoa ha una fisionomia imperfetta dopo due sessioni di mercato opposte per metodo e per conduzione che si sono stratificate su una squadra fragile abituata a pensare, e di conseguenza ad agire, in negativo fino all’avventuo di Blessin. Il gm Spors ha badato essenzialmente a perfezionare gli acquisti, Taldo le uscite: nove dentro, dodici fuori. La rosa rossoblù è un poco meno larga rispetto ad agosto ma le asimmetrie tra i reparti sono ancora evidenti e rappresentano un retaggio del passato correggibile solo in lata parte entro un mese di lavoro: la difesa, con sei stopper e sei terzini, è sovrappopolata mentre l’attacco contempla due soli numeri nove, sebbene prima ci fosse soltanto Destro e l’equivoco Ekuban che è un’ala di quantità. Tuttavia, il piccolo capolavoro di Spors, i tifosi sperano il primo di una serie, è stata la riuscita dell’operazione Nadiem Amiri, a un tratto vicina al naufragio.

Il Leverkusen si è comportato secondo buona fede visto che una volta trovato l’accordo con il Genoa non ha aperto negoziati con altri club: eppure ha liberato Amiri soltanto dopo la certezza di aver acquistato Azmoun dallo Zenit. A Spors va riconosciuto il merito di non aver ceduto, poiché forte della volontà cristallina del calciatore, ma ha atteso il club della Bundesliga prendendosi un grosso rischio che alla fine è valso la vittoria all’ultimo giro di carte, come a briscola. Amiri è un gioiello che 777 Partners sarà felice di pagare quasi nove milioni di euro – dal 2019 a oggi il valore non è diminuito – al verificarsi di una condizione che è la stessa essenza del sogno. Blessin dispone di un inteprete di indubbio spessore, offuscato solo dall’esplosione di Wirtz, che come tutti i talenti puri ama vivere nel cuore del gioco, sia esso basso o alto, e ammistrare le situazioni con personalità.

Fosse latinoamericano, e non già afghano di padre e tedesco da parte di mamma, Amiri rientrerebbe perfettamente entro il perimetro di quella magnifica espressione che potevano ideare soltanto gli argentini, senza rivali in tema di soprannomi: enganche, il gancio che unisce e consente il funzionamento di due settori di gioco. Mister Blessin dovrà collocarlo nella zona ideale di campo – a differenza dell’inconciliabilità posizionale di Schöne, seppur con caratteristiche differenti – cioé quella che gli permetterà di esaltare la sua qualità palla al piede e la lucidità nelle scelte utili a risolvere le problematiche all’interno del gioco. Amiri è un giocatore moderno, un “tuttocampista” ordinato di allegriana definizione che può stare alla mezz’ala come agire sulla trequarti: assieme a Portanova, più potente ma ancora arruffone, può formare una solida coppia di mezzo aggressiva e tecnica che può elevare il Genoa dalla mediocrità e dalla sua imperfezione organica.

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