Il Genoa è rimasto un fenomeno “paranormale”

Da un lato ci sono tanti proclami entusiastici da parte della proprietà 777 Partners, ma c’è anche l’altra faccia della medaglia: la possibilità sempre più probabile di precipitare in serie B

Sirianni Preziosi
Vittorio Sirianni

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Alla vigilia avevamo definito questo derby la “partita delle anime perse”. Ed è andata così. Meno persa “l’anima” blucerchiata (con i suoi tre punti, dopo un ordinato compitino), assolutamente persa quella del Genoa.

Cosa si può dire ancora di questa squadra che, proprio, non funziona e che anche le poche occasioni (leggi Hernani) le ama buttarle via, come si fa con un pacchetto di sigarette vuoto? Esiste, oggi, in questa società uno strano clima, che da tempo noi (anche un po’ scherzosamente) chiamiamo “paranormale”. In effetti, da una parte ci sono questi americani che sembrano assolutamente tranquilli per ciò che hanno promesso: continuano a dire che capiscono il momento difficile, ma i progetti sono pronti, straordinari ed importanti, che si impegneranno nel futuro per fare sempre più grande il club più antico d’Italia. Aggiungono che si affideranno al prossimo calciomercato, dove inizierà la «nostra rivoluzione».

Ieri in tribuna c’era anche il presidente Zangrillo, sorridente, assolutamente non preoccupato, tendente invece a chiacchierare (ma guarda un po’) con il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, e il sindaco di Genova, Marco Bucci. A proposito del sindaco, va davvero elogiato (lui lontano sportivamente dai rossoblucerchiati) per la sua presenza e la sua bella definizione: «Una gara, il derby, patrimonio della città perché simbolo di bellezza e di passione».

Ma se ci sono tanti proclami da parte della proprietà 777 Partners, esiste anche l’altra faccia della medaglia e cioè la classifica, il penultimo posto, la previsione sempre più probabile di precipitare in serie B. Una situazione davvero fantascientifica. E in questo mondo rossoblù contraddittorio, ci sta Shevchenko che, essendo una persona corretta, dice poche cose, da un lato forse un po’ patetiche, dall’altro piene di speranza nella rassegnazione: «Ci aiuterà il mercato di gennaio». E ancora: «C’è stata reazione nel secondo tempo, si doveva giocare così dall’inizio».

Perché ciò non sia successo, Sheva però non lo spiega. E non si spiegano tante sue scelte, a cominciare da Destro entrato troppo tardi, al “furore” che aveva anticipato alla vigilia e che avrebbe dovuto infondere ai suoi. A tal proposito si ha la sensazione che gli attuali giocatori che scendono in campo, sentendo le infinite voci riguardanti il mercato di gennaio come ad una rivoluzione, danno l’idea di avere poche motivazioni e qualche indifferenza verso l’obiettivo vittoria (tanto tra poco meno di un mese chissà cosa ci succederà…).

Detto questo, per sostenere il tecnico si potrebbe continuare a sottolineare la mancanza di otto titolari che, se ci fossero, forse il Grifone potrebbe conseguire dei risultati migliori. Si è visto che la sola entrata di Destro ha rivitalizzato l’attacco. Ma qui varrebbe la voglia di ascoltare cosa ne pensa l’autore di questa campagna acquisti disastrosa, l’ex presidente Preziosi che, proprio alla vigilia del campionato, disse con un certo orgoglio: «La campagna acquisti di quest’estate sarà la migliore da cinque anni a questa parte».

Per fortuna sono arrivati gli americani con la certezza che le cose cambieranno. E’ arrivato, infatti, anche un altro personaggio europeo: Johannes Spors, il nuovo general manager tedesco sceso dall’Olanda, dopo l’ultima esperienza al Vitesse.

Davvero questo “movimento” sia societario che tecnico che si stia muovendo attorno al Genoa, di taglio europeo con programmi che parlano di futuri scudetti e di Champions League, crea però interrogativi, perplessità, varie interpretazioni, ma per fortuna anche speranze. Sì, proprio così, speranze: che si sa, sono le ultime a morire.

Vittorio Sirianni

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