GRIFO D’ATTACCO – Tra i problemi del Genoa c’è l’effetto Ferraris

Blessin in confusione, al mister tedesco si chiede un cambiamento

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Beppe Nuti, giornalista di Telenord

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Il Como ferma il Genoa che perde ulteriori punti davanti al pubblico del Ferraris. Parleremo del momento rossoblù con Beppe Nuti, giornalista di Telenord, nella 283ª puntata della rubrica di Pianetagenoa1893.net “Grifo d’Attacco”.

Il problema del Genoa è l’effetto Marassi? «Cinque pareggi e una sola vittoria ottenuta a stento contro il Modena sono più che sufficienti per rispondere affermativamente a questa domanda: 8 punti in casa, sestultima squadra del campionato per rendimento, e 15 punti conseguiti in trasferta sono uno squilibrio difficile da spiegare. Il Genoa, terzo in classifica, è in calo più psicologico che fisico: qualcosa si è rotto perché la fase difensiva, un tempo il punto forte di Blessin, ora imbarca acqua e concede troppe occasioni da rete agli avversari. La squadra è lenta, involuta ed eccessivamente nervosa (dieci ammoniti tra Reggina e Como) perché percepisce il dovere di vincere: bisogna essere abituati a scendere in campo con una mentalità vincente».

Capitolo Blessin: secondo lei rischia l’esonero? «Le riflessioni della società serviranno a capire se il tecnico tedesco, che si è preso i primi fischi dell’anno, sia davvero l’unico male del Genoa, cosa che peraltro non credo nonostante talune scelte sconsiderate come la sostituzione di Coda al 62′ (gol e traversa colpita con un colpo di testa alla Ciccio Graziani contro il Camerun), oppure se il momento senza risultati sia dovuto a un concorso di responsabilità che necessariamente coinvolge anche società e spogliatoio perché, per portare due esempi, i rendimenti lunari di Hefti e Aramu sono incomprensibili. L’organico è da perfezionare ma già adesso è il più attrezzato del torneo. A questo punto mi chiedo: chi comanda veramente tra il ds Ottolini e il gm Spors? Chi parla con i calciatori ascoltando i loro umori e chi condurrà l’imminente mercato di gennaio?».

La società prende tempo? «É una scelta saggia, nessuno dei dirigenti ha parlato dopo il Como. Di recente Carlo Ancelotti, l’italiano più vincente, ha dichiarato un concetto base del calcio: per vincere è meglio avere grandi giocatori e un allenatore scarso, piuttosto che il contrario. Al Genoa mancano taluni interpreti per il calcio di Blessin che in questo momento non sta pagando soprattutto al Ferraris laddove le avversarie giungono convinte di poter fare risultato mentre il Genoa presume erroneamente di fare un gol in più. Serve un cambiamento. Tengo a ricordare quanto accaduto l’anno scorso quando dopo un avvio davvero promettente gli avversari capirono il gioco di mister Blessin e trovarono rimedi definitivi».

La sosta giunge al momento giusto? «Non poteva capitare in un momento migliore per schiarirsi le idee e ripristinare qualcosa a livello psicologico: non dimentichiamo che dopo l’amichevole disputata a Montecarlo a fine settembre il Genoa uscì ritemprato. A livello tattico è chiaro che Badelj e Strootman non potendo giocare da soli in un centrocampo a due necessitano della freschezza dinamica di Frendrup. Stavolta alla ripresa dei giochi il calendario offrirà più gare al Ferraris: oltre 26mila persone presenti in ogni partita sono un valore aggiunto che il Genoa deve sfruttare perché i traguardi si raggiungono in casa. Resto fiducioso nella promozione ma le prossime partite si complicano più a causa del Genoa che per spessore degli avversari».

Alessandro Legnazzi e Beppe Nuti

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