GRIFO D’ATTACCO – Siano dati tempo e fiducia a Ballardini

Prematuro tracciare bilanci: la rosa è sterminata e il mister deve fare le prove durante le partite

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Beppe Nuti, giornalista di Telenord

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Il Genoa di Ballardini non vince al Ferraris dal 24 aprile contro lo Spezia: la Fiorentina, allenata da mister Italiano, lo condanna al quarto ko interno consecutivo in Serie A. Parleremo del momento rossoblù con Beppe Nuti, giornalista di Telenord, nella 227ª puntata della rubrica di Pianetagenoa1893.net “Grifo d’Attacco”.

Genoa in campo solo per un’ora di gioco. La Fiorentina ha vinto perché superiore? «In questo momento è la formazione più in forma del torneo: hanno entusiasmo, lo spogliatoio viola ha equilibri definiti e già si intravede l’impronta di gioco di Italiano. Sono più “squadra” del Genoa che ha contenuto nel primo tempo, sfiorando il vantaggio con Destro, ma faticato tremendamente nella ripresa nel tenere palla e attaccare la profondità. Il Grifone, però, incassa troppi gol: tolti i quattro del debutto a San Siro, sono in media due a partita. Non sempre riescono le rimonte miracolose. Oltre al calcio di rigore trasformato con rabbia allo scadere per la beffa, Criscito ha vinto il duello con Callejon mentre Maksimovic ha annullato Vlahovic, il miglior centravanti della Serie A uscito furente per non aver toccato palla. Sirigu, il migliore in campo, si è dimostrato un portiere di spessore: almeno tre dei suoi interventi hanno scongiurato un passivo peggiore per i rossoblù».

Ballardini ha ricevuto critiche eccessive per la gestione dei cambi. «Nei giudizi occorre equilibrio: trovo ingiusto passare dalle lodi di Cagliari al massacro post Fiorentina nel giro di sei giorni. Gli siano dati il tempo e la fiducia per imprimere un’identità al Genoa, risolvere alcuni equivoci tattici e trovare un undici d’affidamento. Non discuto le scelte tecniche iniziali del mister poiché è il depositato delle sensazioni raccolte durante gli allenamenti in settimana. I genoani si sono spazientiti per le sostituzioni a gara in corso, azzerate tra il 53′ e 63′, soprattutto quella di Biraschi che un minuto dopo il subentro in campo ha lasciato spazio e tempo per segnare a Saponara, peraltro suo ex compagno di squadra le cui caratteristiche tecniche dovrebbero essergli note. Immagino che le rotazioni avessero anche il fine di preservare le energie di taluni calciatori, come Cambiaso, Fares e Destro, per i due impegni ravvicinati».

Secondo lei a che punto è il processo d’integrazione della rosa? «A tre settimane dalla chiusura del calciomercato, e quindi dal perfezionamento del gruppo squadra a campionato già iniziato, è prematuro tracciare bilanci provvisori anche perché la rosa è sterminata e Ballardini, volente o nolente, deve fare le prove anche durante le partite. Fares ha esordito in maniera sublime in Sardegna ma ieri era avulso dal gioco, Maksimovic sta ritrovando forma e ritmo partita, Hernani non ha ancora una collocazione ideale in campo mentre dobbiamo scoprire che tipo di difensore è Vasquez. La situazione di Caicedo, giocatore fisico e potente che serve molto al Genoa, è da vagliare di giorno in giorno poiché l’esito degli esami strumentali farà definitiva chiarezza sull’entità dell’infortunio che spero non sia di lungo termine».

Il Bologna, prossimo avversario in infrasettimanale, ha perso contro l’Inter con un risultato tennistico. «Mihajlovic cercherà di porre rimedio a modo suo allo shoccante 6-1 rimediato contro l’Inter: ha già fatto appello all’umiltà chiedendo alla squadra di dimostrare di essere uomini dopo una sconfitta così pesante. Il Genoa deve trovare stabilità e continuità oltreché continuare a lavorare in silenzio, come sta facendo mister Ballardini dal ritiro di Neustift: se al Dall’Ara i rossoblù approcceranno nella maniera giusta, con cattiveria su ogni pallone e voglia di fare male nella metà campo avversaria, possono fare risultato e smuovere la classifica. In vista del Verona auspico altresì un ritorno del tifo genoano al Ferraris perché sentire solo i sostenitori avversari è come giocare in trasferta».

Alessandro Legnazzi e Beppe Nuti

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