GRIFO D’ATTACCO – Quanta pazienza serve con il Genoa

Dal Meazza al Ferraris, due volti rossoblù: bene con l'Inter, male con l'Empoli

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Beppe Nuti, giornalista di Telenord

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Da San Siro al Ferraris: il Genoa si prodiga in due prestazioni diametralmente opposte nel giro di una settimana. Quanta pazienza. Parleremo del momento rossoblù con Beppe Nuti, giornalista di Telenord, nella 379ª puntata della rubrica di Pianetagenoa1893.net “Grifo d’Attacco”.

L’Empoli spaventa il Genoa: un punto guadagnato? «La partita è stata brutta ma era immaginabile fosse così perché l’Empoli, reduce dall’iniezione di fiducia con la Juventus, si giocava la vita senza nove calciatori indisponibili: infatti, la squadra di mister D’Aversa ha preparato la trasferta a Genova poggiando su una base prettamente agonistica. Il Genoa non gli è stato inferiore dal punto di vista tecnico, però ha vinto molti meno duelli e contrasti e non ha avuto la freddezza nei momenti decisivi. Nello scorso articolo parlavamo di necessario cinismo che, purtroppo, è mancato: in particolare, mi riferisco al doppio dribbling (di cui uno di troppo) effettuato da Cornet poco prima del pareggio. Capisco che Maxwel voglia mettersi in luce, ma in area di rigore serve pragmatismo: il suo errore fa il paio con il gol fallito a Firenze, pure quello mandato in fumo con una conclusione partita da una dozzina di metri dalla porta avversaria».

Mister Vieira ha gestito bene l’andamento della partita? «Si può discutere finché si vuole sul tempismo di alcune sostituzioni a inizio secondo tempo. Quantomeno penso possano dirsi affrettate avendo deciso di effettuarle soltanto dopo sei minuti dalla ripresa del gioco. Tuttavia, mister Vieira non ha sbagliato la formazione iniziale: il Genoa è stato leggermente inferiore per una questione di atteggiamento. Senza tale prerogativa, qualsiasi squadra di calcio può sbagliare l’approccio anche con quindici uomini dall’inizio. Per il resto, il tecnico francese ha cercato il pareggio inserendo tutti gli effettivi offensivi, altro non poteva fare. Il problema congenito dell’assenza di gioco sarà un vulnus che proseguirà fino al termine della stagione: i tifosi del Grifone portino pazienza. L’inserimento di Malinovskyi e il rientro a pieno regime del professor Badelj sono due carte da giocare per apportare qualcosa di maggiormente imprevedibile».

Appunto, la prevedibilità: difficile averla se non dagli uomini offensivi. «Sì, perché la difesa a quattro con De Winter terzino garantisce copertura ma poca, o nulla, spinta. Lo stesso vale per i mediani del Genoa, intesi come Masini e Frendrup: sono ottimi interditori, e formano una coppia robusta, ma entrambi vedono la porta da trenta metri e non sono dei “calcianti” rinomati, come piacciono a noi. Il quadro si completa con Leali che, per la prima partita da quando è regolarmente chiamato in causa, non ha convinto pienamente: è un portiere bravo nelle parate da effettuare nello specchio, ma è troppo statico sulla linea e, a dispetto del suo fisico statuario, non travolge chi si frappone tra sé e la palla. Inoltre, Leali si fida poco delle giocate con i piedi: si vede che si è formato in un altro periodo storico quando ai portieri non era richiesto di affinare simile tecnica. Al netto di tutto ciò, non scambierei Nicola con molti dei suoi colleghi in Serie A».

Settimana corta: Grifone già in scena venerdì sera a Cagliari. «La considero una partita-trappola perché loro sono una squadra viva, che in casa sa cosa fare, ed è centrata sull’obiettivo stagionale avendo un tecnico specialista. Il Cagliari ha uomini tecnici, come Viola che sa calciare benissimo da qualsiasi posizione, capaci di pescare la giocata di qualità così come altri elementi bravi nel duello aereo: Pavoletti, ad esempio, è il classico quinto cambio che entra nelle partite da sbrigare alla fine, scagliando un pallone in area di rigore. Sarebbe d’uopo che il Genoa arrivasse alla sosta senza sconfitte, ma con altri punti nel carniere. La classifica consente a mister Vieira di gestire i calciatori per vedere se potranno comporre l’organico del prossimo anno. Il Genoa dovrà ringiovanire la spina dorsale composta da uomini che siano più giovani degli over trenta come Leali, Bani, Badelj e Messias».

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Alessandro Legnazzi e Beppe Nuti

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