Il Genoa di mister Gilardino risale dall’ultimo posto con un’importante vittoria conseguita sul campo del Parma. Parleremo del momento rossoblù con Beppe Nuti, giornalista di Telenord, nella 363ª puntata della rubrica di Pianetagenoa1893.net “Grifo d’Attacco”.
Il Genoa si è preso ciò che ha mancato contro la Fiorentina? «Esatto, i rossoblù già non meritavano di perdere contro la Viola laddove sono emersi chiari cenni di reazione alla crisi. É il secondo colpo in trasferta – dopo Monza – che riesce a mister Gilardino, stavolta la sua squadra è uscita nel secondo tempo a seguito di un avvio alla pari. Non solo il Genoa ha costruito di più, ma ha anche impegnato Suzuki in svariati interventi decisivi: infatti, la migliore palla gol del Parma l’ha prodotta il Grifone che ha provato a farsi male da solo con lo sciagurato retropassaggio di Vogliacco, fortunatamente letto e corretto da Leali. Vero che i problemi non sono del tutto risolti come per magia, ma i tre punti lontano dal Ferraris danno un altro tono alla classifica e fanno particolare rumore».
A proposito, le parole di Gilardino sono una sorta di “Avvelenata” gucciniana? «Sì, un forte sfogo di un allenatore solitamente equilibrato e mite nelle esternazioni che ha percepito di essere stato vicino all’esonero pur non essendo il problema principale del Genoa. Avrà avuto i suoi buoni motivi per tuonare in simile modo. Il mister ha fatto capire che le profonde problematiche della società si ripercuotono sulla squadra, come avevamo già detto, e l’assenza di figure societarie cardine cui rifarsi quotidianamente è una debolezza strutturale e decisiva. Avendo vissuto un’esperienza molto tribolata a Siena, Gilardino sa che in tali contesti la squadra deve essere isolata: l’ha fatto perché è un leader che sente la responsabilità e lo spogliatoio è con lui. Ci sono attriti interni alla società e una frattura, ormai pubblica, tra squadra-allenatore e dirigenza. L’epilogo delle ostilità deve essere la più rapida cessione del club».
Torniamo alla partita con il Parma e ai principali punti di merito del Grifone. «Devo dire che ci sono stati tanti spunti, proviamo a metterli in ordine. I giovani stanno vivendo un periodo anomalo, come appena detto, che li costringe a una maturazione accelerata. Ieri hanno fatto benissimo: da Ekhator, sempre a procurare fastidio alla difesa del Parma galleggiando sopra la linea del fuorigioco, fino a Matturro e ai subentrati Ahanor e Masini. Poi il grandioso lavoro “sporco” di Thorsby e Frendrup in mezzo al campo: tra corse, salvataggi, contrasti e palloni recuperati sono dei faticatori instancabili e affidabili che hanno dato copertura totale. Infine, Pinamonti è uno stoccatore d’area di rigore, già 7 punti dei 9 complessivi portano la sua firma. Gilardino ha deciso di modificare qualcosa ben oltre il 70’ perché il Genoa stava funzionando e non serviva alterare il quadro tattico, se non dando freschezza sulle fasce, fiato allo sfinito Ekhator e a Badelj, la spia della squadra».
C’è poco tempo per gli approfondimenti: giovedì già in campo. «Il calcio di oggi è fatto così: tre partite raccolte nell’arco di una settimana e poi addirittura diciassette giorni di distanza tra la gara con il Como e la ripresa con il Cagliari dopo l’ultima interruzione delle Nazionali. Il Genoa deve trovare continuità di risultati perché l’eventuale vittoria contro i lariani lo riporterebbe in media punti/partita per la corsa salvezza, così come un pareggio avrebbe un proprio significato. Mister Gilardino dovrà dare fondo alla panchina attingendo qualsiasi tipo di risorsa: con soli due allenamenti sarà complicato recuperare anche un solo giocatore, ad esempio Bani o Ekuban. Sarebbe poco prudente forzare il rientro con la sosta alle porte».
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Alessandro Legnazzi e Beppe Nuti