GRIFO D’ATTACCO – Il settimo sigillo, Blessin come Bergman

Il tecnico tedesco nasconde Frendrup per due mesi e poi lo lancia con successo come terzino

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Beppe Nuti, giornalista di Telenord

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Settimo pareggio consecutivo, il Genoa di Blessin è duro a morire: 0-0 a Bergamo contro l’Atalanta. Parleremo del momento rossoblù con Beppe Nuti, giornalista di Telenord, nella 256ª puntata della rubrica di Pianetagenoa1893.net “Grifo d’Attacco”.

La speranza seguita a sopravvivere. «Ci abbiamo creduto e dopo questo risultato ci crediamo a maggiore ragione, proprio come sta dimostrando la squadra rossoblù. Il pareggio a Bergamo, ottenuto senza nove giocatori attraverso con un calcio propositivo e non rinunciatario, è come “Il settimo sigillo” di Ingmar Bergman, pellicola del 1957, dove il crociato incontra la morte. Il Genoa rispecchia l’identità di mister Blessin: a essere importante non è tanto il valore dei calciatori, comunque rilevante per trovare prolificità nelle prossime gare, bensì i principi di gioco che semplificano e aiutano l’inserimento dei singoli».

L’ultimo inserito è Frendrup, un altro acquisto azzeccato da Spors? «Morten è uno dei simboli del nuovo modo di pensare della società che, per quanto concesso dal mercato di gennaio, ha iniziato a costruire una squadra giovane, per taluni aspetti inesperta per la Serie A, ma di prospettiva e comunque animata dalla voglia di stupire. Blessin ha protetto Frendrup tenendolo un paio di mesi lontano dai riflettori e poi, complice l’assenza di Hefti, lo azzardato con giudizio addirittura da terzino: il mediano danese ha risposto come se giocasse nel Genoa da una vita annullando Zappacosta e sfiorando un gol che avrebbe fatto tremare il Gewiss Stadium popolato da mille grandiosi tifosi rossoblù».

Qual è il tratto più accattivante di questo Genoa? «Blessin non parla italiano ma è un trascinatore della folla che comunica efficacemente alla squadra con la mimica del corpo e le sostituzioni: l’ultimo cambio che si è giocato è emblematico poiché ha tolto un incontrista come Galdames, tra i migliori in campo, per fare spazio a Kallon, un’ala alla ricerca del ritmo partita. Mi piace anche la mentalità del tecnico tedesco perché a fine partita ha recriminato per l’interruzione dell’ultima azione manovrata quando, invece, poteva far finta di niente e incassare di buon grado il pareggio. Blessin ha creato un gruppo vero e infilato sette punti subendo solo due gol in altrettante partite».

Genoa-Torino di venerdì prima dell’ultima sosta dell’anno. «Il Grifone deve azzerare in fretta e ripartire dalle proprie capacità dimenticandosi dei complimenti di Gasperini, che fanno sempre piacere. Arrivati vivi a questo punto serve una vittoria sebbene il Toro di Juric, che di recente ha fermato Juventus e Inter, sia la squadra che conceda meno tiri agli avversari in Serie A e tra le tre più solide d’Europa. Mancano poche partite al termine ma ciononostante la stagione è ancora piena di insidie per ogni squadra: i genoani abbiano più fiducia».

Alessandro Legnazzi e Beppe Nuti

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