La prima mezz’ora di gioco al Franchi condanna il Genoa a una sconfitta esterna. Parleremo del momento rossoblù con Beppe Nuti, giornalista di Telenord, nella 375ª puntata della rubrica di Pianetagenoa1893.net “Grifo d’Attacco”.
Il Genoa non esce ridimensionato dalla gara con la Fiorentina. «Sì, nel confronto tra andata e ritorno i rossoblù meritavano di più di zero punti. Ancora una volta il Grifone non ha sfigurato perché, una volta sotto di due gol, poteva rientrare in partita ben prima del gol di De Winter non fosse stato per l’errore madornale di Cornet. L’ala camerunense è riuscito in un grande controllo, la parte più difficile dell’azione, ma ha deluso con una conclusione terminata nel cantiere della Fiesole. Il primo tempo è stato denso di errori individuali da entrambe le parti: Masini si dimentica di marcare Kean, anche se forse Leali poteva sistemare meglio i difendenti, poi c’è stata l’assenza di contrasto durante il contropiede di Gudmundsson nell’unica scintilla della sua partita. Il classico gol dell’ex, appunto, ma niente di più. Si vede che Albert è un calciatore avulso dal contesto di gioco della Viola».
La Fiorentina punta al quarto/quinto posto Champions League: è una squadra di tale portata? «Sarò franco. Ci sono calciatori del Genoa che non scambierei alla pari con taluni della rosa allenata da Palladino: Vasquez è un difensore centrale che reputo superiore a Pongracic, lo stesso vale per Frendrup rispetto a Richardson. La Fiorentina ha maggiore qualità offensiva mentre, come tutti sanno, l’attacco del Genoa presenta delle lacune in termini di prime punte: Pinamonti non va a segno da sei partite di campionato e il reparto non ha alternative sia per scelte tecniche che per altri motivi, come nel caso di Ekuban, dovuti a ritardi di condizione. C’è un dato che ho trovato curioso e piuttosto insolito ma che spiegano l’episodicità della partita: gli autori dei gol della Fiorentina, Kean e Gudmundsson, hanno rimediato generalmente delle sufficienze stiracchiate perché, oltre la marcatura, sono stati ben lontani dall’essere i migliori in campo».
In un lungo tratto della partita il pareggio del Genoa sembrava materializzarsi da un’azione all’altra. «É vero, e nel caso fosse avvenuto nessuno avrebbe gridato allo scandalo. La Fiorentina ha approcciato il secondo tempo con superficialità, mi ha ricordato il subentro in campo del Napoli a Genova. Squadra distratta, senza intensità. Vieira ha sistemato un paio di cose nel corso dell’intervallo e ha riaperto la sfida con un’altra serie di blocchi da palla inattiva: sta diventando un peculiarità del Grifone, c’è del lavoro a monte. Il Genoa non ha fatto fare la figura della grande squadra alla Fiorentina sebbene il differenziale d’organico sia ampiamente a favore di Palladino. Sul 2-1, la Viola ha avuto paura: lo si è percepito ben prima dell’inserimento di Comuzzo. Peccato per l’ammonizione ingenua rimediata da De Winter: non solo ha condizionato il suo finale di gara, ma salterà la trasferta con il Torino in un momento in cui l’unica alternativa è Matturro. Il recupero di Bani sarà esiziale».
Sabato è prevista la trasferta a Torino contro i granata che sembrano essersi in sesto. «Il Toro ha trovato una certa quadratura dopo un periodo di grave crisi di risultati e di prestazioni. Sembrava quasi che la squadra di Vanoli avesse perso lo spirito da battaglia che distingue quella maglia. Il Torino non ruba l’occhio per qualità del gioco espresso, ma ha organizzazione difensiva e alcuni uomini che possono risolvere la partita con una sola giocata individuale. Se il Genoa vorrà fare risultato dovrà trovare più qualità in avanti, soprattutto da Vitinha che è tutto fuorché un’ala: non è facile perché i principali interpreti offensivi non hanno avuto continuità di rendimento durante l’anno. Spero di sbagliarmi ma credo proprio che la partita dello stadio Olimpico-Grande Torino non passerà tra la migliori dell’anno e difficilmente scalderà gli entusiasmi degli esteti».
Clicca qui per leggere il precedente numero
Alessandro Legnazzi e Beppe Nuti