GRIFO D’ATTACCO – Il Genoa lotta contro la paura

Non tutti i calciatori la accusano ma taluni la manifestano perché non abituati a giocare sotto pressione

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Beppe Nuti, giornalista di Telenord

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Seconda sconfitta consecutiva per il Genoa: al Ferraris passa il Cittadella (0-1). Parleremo del momento rossoblù con Beppe Nuti, giornalista di Telenord, nella 286ª puntata della rubrica di Pianetagenoa1893.net “Grifo d’Attacco”.

Che cosa la preoccupa maggiormente della crisi rossoblù? «Il sentimento peggiore per chi scende in campo: la paura. Non tutti i calciatori la accusano ma taluni la manifestano perché non abituati a giocare sotto pressione: i gol che falliscono da pochi metri dalla porta sia Gudmundsson che Yalcin sono dettati dall’assenza di serenità. Paradossalmente il Genoa ha imboccato la strada dell’involuzione successivamente alla vittoria di Terni, un momento di svolta al contrario. Chi non smette di stupire è il pubblico genoano che pure ieri ha messo l’anima per sostenere la squadra di Blessin: i fischi a fine partita, però, erano inevitabili».

Le responsabilità sono plurime: partiamo dalla società e dal tecnico. «Credo che si possano distribuire tra tutti, a cominciare da Spors, gm dell’area calcistica di 777 Partners, che dal suo insediamento avvenuto dopo la sconfitta nel derby d’andata non ha preso una decisione giusta: squadra costruita con una direzione tecnica non univoca e allenatore fuori luogo dopo la retrocessione, e che peraltro ha finito le sue chance sulla panchina rossoblù. È stato davvero esasperante vedere in panchina Coda, il capocannoniere della squadra. L’errore sta a monte perché fin da subito è mancata chiarezza: in questi mesi mister Blessin non ha dato identità di gioco ed ha fallito nella costruzione di un gruppo solido».

E i calciatori? «Neppure loro sono esenti da colpe: al di là degli episodi negativi che possono influenzare una partita, le singole prestazioni in campo sono deficitarie. Manca la figura di un dirigente di ruolo che parli con i giocatori in ogni momento della giornata. Da fuori, e senza la possibilità di vedere un allenamento, fatichiamo a capire perché un calciatore talentuoso come Aramu sia impalpabile oppure perché Albert sia il lontano parente di quello d’inizio stagione; Frendrup ci mette sempre una pezza con la capacità di corsa ma nel lungo periodo avrà altri cali, Strootman è invece un leone ferito che più di chiunque altro sente il momento delicato».

Ci sarà mister Blessin contro il Südtirol? «Quanto accaduto nel post Perugia insegna che nessuna ipotesi va esclusa: dalla promozione in prima squadra di Alberto Gilardino alla conferma del tedesco per un’altra partita. A prescindere dalla scelta che andrà fatta in tempi brevi, se non brevissimi, il Genoa è caduto in un gruppo di otto squadre raggruppate in tre punti in zona play-off: dovrà sgomitare con mestiere per tornare ad avvicinarsi alla Reggina. Il ritiro è sicuramente un’opzione opportuna perché la scollatura interna è evidente: nel calcio i problemi si affrontano parlando e mettendo fuori dallo spogliatoio talune questioni che potrebbero influenzare il rendimento dei calciatori fino a gennaio».

Alessandro Legnazzi e Beppe Nuti

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