La vittoria casalinga è rimandata nuovamente, il Genoa pareggia contro il Torino in una gara che sarà ricordata più per il freddo che per il calcio espresso. Parleremo del momento rossoblù con Beppe Nuti, giornalista di Telenord, nella 367ª puntata della rubrica di Pianetagenoa1893.net “Grifo d’Attacco”.
Al Ferraris si è vista una partita spettacolarmente raccapricciante. «Era normale che il Torino venisse a Genova con l’obiettivo di subire poco e niente, ci è riuscito perché il Genoa ha tenuto maggiormente il possesso palla ma senza costruire più di un’occasione pericolosa, come invece le ha create il Toro con il palo di Vojvoda e la mischia finale creata da Leali e risolta da Masini. Di buono da salvare c’è il punto, che fa sempre classifica in un campionato così mediocre e livellato verso il basso, e la porta inviolata per la seconda volta consecutiva. Tuttavia, di deludente c’è l’assenza della vittoria casalinga, rimandata di nuovo: i tifosi rossoblù non vedono una vittoria del Grifone dallo scorso maggio. Per una squadra che dipende parecchio dal fattore campo, non fare i tre punti in casa è un vero problema».
Il Genoa ha compiuto un passo indietro nell’evoluzione impressa dalla nuova conduzione tecnica? «Se la base è questa, mister Vieira non può fare miracoli. Questo è certo. Il tecnico francese si è inventato Zanoli all’ala, e i risultati sono certamente proficui, ed inoltre ha protetto di più Badelj stringendo le mezz’ali che fanno un grande lavoro nelle due fasi del gioco. Manca la qualità sulle fasce perché il velocista Zanoli non può risolvere tutte le partite eseguendo cento sprint, gli avversari lo studiano e prenderanno le dovute contromisure. Ieri i cambi non hanno dato alcunché: male l’impatto di Vitinha, mai nel gioco e in partita, e nuovamente anonimo l’ennesimo risicato quarto d’ora concesso a Balotelli».
Che cosa aspettarsi entro la fine del girone d’andata? «Intanto, il Genoa ha tenuto viva la possibilità di compiere il giro di boa della stagione all’altezza dei 18 punti. Questo, però, dipenderà molto dall’interpretazione delle prossime quattro partite che residuano in calendario. Per caratteristiche individuali, avevamo già scritto che il Grifone non è una squadra che fatica a trovare con regolarità la via del gol, figuriamoci a dilagare oppure a chiudere le partite: Udine è stata una partita-eccezione nata bene. Diventa opportuno accogliere la rete inviolata da 182 minuti. Infine, sono sinceramente rammaricato per la ricaduta muscolare di Messias: il brasiliano è un giocatore di puro talento riconosciuto da tutti ma purtroppo limitato dal proprio fisico cristallino, come attesta il suo storico clinico».
Prossimo avversario, il Milan già fuori dai giochi scudetto. «Sì, è vero. È una squadra traballante per mesi, adesso sembra essersi messa maggiormente in ordine avendo trovato equilibrio in difesa. Tenuto conto del momento magico dell’Atalanta, che vince da nove gare di fila, a Bergamo i rossoneri hanno disputato una buona partita per poi perdere campo nel secondo tempo e subire la sconfitta nel finale. Con ogni probabilità Fonseca non avrà Pulisic (salterà sicuramente la sfida di Champions League con la Stella Rossa) ma, come da sua natura, schiererà una formazione offensiva che dipenderà molto dalle involate di Leao e dalla sovrapposizioni di Theo. Serve prestare attenzione a Morata, un centravanti di sacrificio che gioca molto per la squadra come mostrato anche durante l’Europeo».
Clicca qui per leggere il precedente numero
Alessandro Legnazzi e Beppe Nuti