GRIFO D’ATTACCO – Gilardino, giovane esperto: via all’operazione “only six months”

Da gennaio la proprietà proverà ad accorciare i tempi della risalita

Drago Retegui Criscito Gudmundsson Gilardino Perugia Strootman Coda Portanova Sturaro Blessin Labbadia Rovella Shevchenko Nuti Genoa Ballardini 777 Partners
Beppe Nuti, giornalista di Telenord

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.

Il Genoa di Gilardino conquista una vittoria pesantissima al San Nicola di Bari, gremito da oltre 48mila spettatori. Parleremo del momento rossoblù con Beppe Nuti, giornalista di Telenord, nella 290ª puntata della rubrica di Pianetagenoa1893.net “Grifo d’Attacco”.

Gilardino, scelta giusta: a Bari si è visto un piccolo manifesto del calcio che vuole praticare? «Sì, ha dimostrato molta intelligenza e buon senso: con lui il Genoa ha ripreso a subire pochi gol, addirittura uno in quattro partite. La squadra farà pochissime goleade perché la componente fisica e difensiva è predominante come voleva Blessin, il quale ha trascurato tantissimi aspetti (gestione del gruppo, palle inattive, gioco sulle fasce, mettere i migliori calciatori in condizione di fare bene, ecc.) che, invece, mister Gilardino ha scolpito e perfezionato. Nei prossimi sei mesi sapremo se sarà l’allenatore del futuro della panchina rossoblù: al momento è un giovane esperto, o un esperto giovane».

Secondo lei, da quale bagaglio tattico ha attinto maggiormente? «Gilardino ha avuto grandi allenatori e sicuramente ha tratto insegnamenti da ciascuno di loro. Al momento, però, credo che il suo vissuto in Nazionale con Marcello Lippi sia stato determinante: l’ex ct viareggino ha svezzato l’attuale generazione di allenatori militanti in B che faceva parte del suo gruppo storico, da Grosso a De Rossi, da Pippo Inzaghi a Gilardino e Cannavaro. Inoltre non dimentichiamo che Alberto non è un neofita poiché avendo già allenato in C in piazze storiche come Vercelli e Siena ha imparato a conosce e ad adattarsi al profilo meno nobile del calcio. Se la dirigenza fosse intervenuta prima, il Genoa avrebbe qualche punto in più».

Ci traccia il suo bilancio provvisorio terminato il girone d’andata? «Al giro di boa del campionato la proiezione promozione si attesta su un minimo di 70 punti, dato che può subire delle ulteriori oscillazioni. Il Genoa è chiamato a un ritorno a ritmo leggermente più accelerato anche per staccare le squadre inseguitrici: mancano soprattutto i quattro punti persi in extremis in casa contro Parma e Brescia che avrebbero consentito di scavalcare la Reggina e mettere a tiro il Frosinone. Tra le tre, il Genoa ha il peggior attacco (21 gol) e la seconda migliore difesa (14 gol); attenzione al rientro prepotente del Pisa che con D’Angelo è tornato sulle medie dello scorso anno quando si giocò fino all’ultimo la promozione in A con il Monza di Berlusconi».

Il mercato del Genoa è iniziato. «Da gennaio la proprietà, che si sta muovendo anche su altri fronti d’investimento paralleli al calcio, proverà a decurtare il motto “only one year” in “only six months”, solo sei mesi. É arrivato Matturro, difensore dal grande fisico che la società dovrà decidere se tenere o prestare per valorizzare l’investimento di 3,5 milioni di dollari, e c’è stato il gradito rientro di Criscito: a tua precisa domanda di qualche tempo fa su suo possibile ritorno di Mimmo, risposi che ne ero convinto facendo leva sul suo motivo di riscatto, sulla sua genoanità, per chiudere la carriera proprio dove l’ha iniziata ma, soprattutto, perché Gilardino ne riconosce l’importanza in campo e nello spogliatoio. Mi aspetto di vedere di più in campo Vogliacco, ha del potenziale. Per il resto, al Grifo serve un centrocampista con caratteristiche di costruzione, un’ala veloce capace di saltare l’uomo e anche una prima punta».

In futuro colpo di Coda o colpo di scena? «Non escludo niente però la panchina a Bari è significativa in una partita così importante. Mister Gilardino ha lanciato un messaggio chiaro allo spogliatoio che in questo momento recepisce al massimo: tutti devono lottare per conquistare una maglia da titolare. Non dimentichiamo che il tecnico ha rigenerato Albert Gudmundsson, finalmente tornato a segnare dopo un periodo di vuoto vissuto dalla squalifica rimediata contro il Parma, e Aramu le cui prestazioni sono in leggero rialzo: può farcela anche con Coda. Infine attenzione a non disperdere i talenti che il settore giovanile del Genoa continua a proporre: dopo Boci, capitano della Primavera, i prossimi saranno Luca Lipani, Federico Accornero e Seydou Fini che Gilardino conosce bene».

Alessandro Legnazzi e Beppe Nuti

Clicca qui per leggere il precedente numero del Grifo D’Attacco

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.