GRIFO D’ATTACCO – Genoa, una sconfitta che fa meditare

A Reggio Calabria si è sentita la mancanza di Badelj in fase di palleggio

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Beppe Nuti, giornalista di Telenord

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Il Genoa rimedia la seconda sconfitta stagionale contro la Reggina: al Granillo finisce 2-1 con le reti di Canotto e l’ex Hernani, si sblocca Aramu con un gol di testa. Parleremo del momento rossoblù con Beppe Nuti, giornalista di Telenord, nella 282ª puntata della rubrica di Pianetagenoa1893.net “Grifo d’Attacco”.

Calabria amara per il Grifo. «Il Genoa non mi è piaciuto segnatamente nella seconda metà della gara dove ho visto vani tentativi casuali di ricerca del secondo pareggio dopo il gol illusorio di Aramu, il quale finalmente si è sbloccato: a monte di ciò, Canotto ha aperto le marcature con troppa facilità coordinando la conclusione addirittura tra tre difendenti. Il rigore di Hernani, infine, è un regalo di Czyborra a pochi minuti dall’uscita dall’intervallo. La prova degli uomini di Blessin è peggiore di quella messa in mostra alla Favorita di Palermo. La Reggina è ora seconda in classifica sebbene l’abbia trovata alla pari di un campionato distinto dalla modestia».

Tra i singoli chi non l’ha convita? «Dopo il ritorno dalle due giornate di squalifica, Albert Gudmundsson non è più lo stesso giocatore guizzante e capace di fare la differenza puntando e saltando l’uomo; Frendrup ha faticato contro un centrocampo dinamico con Fabbian, ha la lingua di fuori; la mancanza di Badelj si sente soprattutto in fase di palleggio perché il Genoa non ha la sua serenità di giocata mentre Strootman è sempre l’unico che riesce a non affondare completamente perché si aggrappa alla sua esperienza. Più in generale, vedo troppa altalenanza di prestazioni a distanza di una sola partita».

É giunto il momento che Blessin mediti a dei cambi? «Il tecnico tedesco può proporre un altro assetto tattico perché il 4-2-3-1 non valorizza le migliori qualità dell’organico, e questo i calciatori lo percepiscono prima ancora dei tifosi: a volte non basta avere la squadra più forte, servono anche idee. Coda non può continuare a sdoppiarsi anche in un ruolo di raccordo tra i reparti di gioco, a dicembre rischia di essere allo stremo delle forze perché gli manca un supporto come Strefezza al Lecce l’anno scorso. Inoltre non va per niente sottovalutato il fatto che questo Genoa corre male e con dispendio di energie superiori alla norma».

Ora testa al Como che scenderà a Genova domenica. «La sconfitta a Reggio Calabria, sopra la quale non bisogna costruire delle tragedie, deve però far meditare perché il Genoa deve ancora sviluppare del potenziale per dimostrare sul campo di essere la squadra più forte della Serie B: il pubblico genoano merita di vedere il meglio. La partita con il Como è da vincere con due punte e il ritorno di fiamma dell’effetto Marassi».

Alessandro Legnazzi e Beppe Nuti

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