GRIFO D’ATTACCO – Genoa, trenta punti al traguardo

Gilardino ha trovato continuità di risultati, nelle ultime 5 partite ha recuperato 6 punti alla Reggina

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Beppe Nuti, giornalista di Telenord

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Il Genoa infila il settimo risultato utile consecutivo con mister Gilardino in panchina ma il Pisa fa festa con lo 0-0 al Ferraris. Parleremo del momento rossoblù con Beppe Nuti, giornalista di Telenord, nella 293ª puntata della rubrica di Pianetagenoa1893.net “Grifo d’Attacco”.

Il punto pare non aver accontentato tutti. «Taluni giudizi potevano girare a favore del Genoa se fosse entrata la rocambolesca occasione da gol costruita a metà del primo tempo: essa avrebbe stravolto l’inerzia dell’incontro. Preferisco non farmi condizionare dal risultato finale perché contro un avversario tosto, che sono certo concluderà la stagione in zona play-off, è mancato solo il gol. Siamo stati tra i primi commentatori a dire che la bassa capacità offensiva sia il problema del Genoa: le due prime punte nel 3-5-2 non sono la soluzione se supportate dalle caratteristiche di un centrocampo con interni più di posizione che di movimento e tornanti poco propensi ad attaccare la profondità per andare al cross (l’assenza di Sabelli si è toccata con mano)».

L’ha sorpresa l’iniziale assenza di Aramu e Gudmundsson? «Penso chiunque sia stato colpito da tale mossa ma Gilardino ha studiato il Pisa di D’Angelo, che non è quello di inizio anno, e dalla visione delle partite ha capito che la forza degli avversari è nella mediana muscolare con Nagy, Touré e Marin: l’allenatore del Genoa ha preferito non sbilanciarsi e controllare il primo tempo per poi giocarsi la vittoria nella seconda frazione di gioco. Non voglio sindacare le scelte tecniche, bensì cerco di spiegarle: Aramu e Gudmundsson sono calciatori irrinunciabili per la Serie B ma ciononostante Gilardino ha ragionato in relazione alle caratteristiche generali del Pisa e, infatti, contrastando la mediana avversaria non ha concesso sostanziali occasioni da rete a una squadra imbattuta in trasferta da dieci turni».

Nel dettaglio chi l’ha più impressionata e chi meno? «Vogliacco è sempre più a suo agio come interprete centrale, in una difesa a tre riesce a velocizzare l’azione e garantire una buona copertura; bene Bani malgrado l’assurda ammonizione a gara appena iniziata. Gudmundsson ha procurato una serie di calci di punizione e creato scompiglio, Badelj non ha incantato ma ha bisogno di minutaggio perché è l’unico centrocampista di palleggio in un reparto pieno di incontristi. Non è stata la migliore partita di Coda e neppure di Hefti, il neoarrivato Dragus ha invece suscitato l’impressione di essere un buon calciatore ma ha avuto poco tempo per esprimersi; Criscito ha toccato molti palloni come se fosse un regista di fascia».

Domenica, ore 16:15, altra grande partita al Tardini: Parma-Genoa. «I ducali vivono delle difficoltà oggettive e forse la migliore partita l’hanno disputata un girone fa contro il Grifone. Hanno buoni giocatori, soprattutto nella zona avanzata del campo, ma manca un concetto d’insieme che leghi le individualità. Il Genoa ha trovato continuità di risultati, nelle ultime 5 partite ha recuperato 6 punti alla Reggina, dunque – 30 al traguardo: se il campionato finisse oggi, i rossoblù sarebbero in Serie A, risultato impensabile a inizio dicembre. Aspettiamo di conoscere il risultato del Frosinone, le concorrenti iniziano a sgranarsi».

Alessandro Legnazzi e Beppe Nuti

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