GRIFO D’ATTACCO – Genoa quasi a metà del lavoro, in B servirà una partenza forte

Carattere e positività per dare un segnale al campionato e alla splendida tifoseria rossoblù

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Beppe Nuti, giornalista di Telenord

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Il debutto ufficiale del nuovo Genoa si avvicina: con l’inizio del ritiro a Bad Häring inizia la fase due della preparazione. Parleremo del momento rossoblù con Beppe Nuti, giornalista di Telenord, nella 268ª puntata della rubrica di Pianetagenoa1893.net “Grifo d’Attacco”.

Finalmente si riparte. Secondo lei, come si sta muovendo il Genoa alla ricerca del formato “only one year”? «I dirigenti stanno eseguendo un lavoro certosino rimediando agli errori del passato dapprima rinunciando a calciatori in esubero, come Caicedo, Biraschi e Ghiglione, il tutto per giungere a un organico di 25/massimo 27 calciatori. L’ossatura è già stata impressa con Pep Martinez in porta, Dragusin in difesa, Hilsanker a centrocampo (negli ultimi due anni all’Eintracht ha giocato anche da centrale) e Coda in attacco: servono altri tre o quattro innesti di pari valore, soprattutto sulle fasce dove manca qualità e interpreti abili a saltare l’uomo. Il Genoa è a circa metà del lavoro, non dimentichiamo che ciascuna sessione di mercato della stagione sarà sovrapposta alle partite giocate».

Dunque che Genoa si aspetta fin dall’inizio? «Una squadra ben bilanciata, tra giovani (Candela può essere una sorpresa come fu Cambiaso) ed esperti, che giochi per vincere con la giusta mentalità e un baricentro alto che metta in condizione di tiro molti uomini per trovare prolificità, ciò che è mancato l’anno scorso. Il Genoa di Blessin deve partire forte, con carattere e positività, per dare un segnale al campionato e alla sua splendida tifoseria che ha già sottoscritto 13mila tessere: i buoni risultati, è noto, moltiplicano l’entusiasmo. Non mi piace fare conti e tabelle ma ciononostante auspico una media di 2 punti a partita nelle prime sei giornate, sarebbe un’ottima base per creare consapevolezza nell’ambiente».

Oggi prende il via il ritiro a Bad Häring, in Austria. «Il Genoa stava lavorando a Pegli già da parecchi giorni: torchiare i calciatori per conoscerli meglio è un dettame di mister Blessin che evidentemente non vuole trascurare i dettagli in vista del debutto a Venezia. Sembra di rivedere “La collina del disonore” con Sean Connery, una pellicola che fa capire la tempra degli inglesi; ciò ci ricorda che il disonore non è giocare in B perché la sconfitta è l’altra metà della vita e per questo va accettata come la vittoria. «Sei genoano, vuoi anche vincere?» diceva Pippo Spagnolo. Quest’anno sì, è troppo importante».

Lentamente prende forma anche la Serie B. «Non voglio peccare di superbia ma, al momento, stento a trovare delle formazioni superiori al Genoa il quale, a prescindere da ogni proiezione, deve affrontare la stagione con il massimo impegno. Non ci sono segreti, formule magiche e tantomeno esperti di tale campionato perché il torneo è connotato dall’imprevedibiltà data da molti scontri diretti: la storia, invece, dice che squadre un anno reduci dai play-off sono sprofondate la stagione ventura mentre neopromosse dalla Serie C, come ad esempio Palermo e Modena, possono impressionare di più e meglio di talune retrocesse dalla Serie A».

Alessandro Legnazzi e Beppe Nuti

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