Il Genoa pareggia sul campo del Lecce: sul tabellino non finiscono gol, ma i tre legni colpiti dalle squadre. Parleremo del momento rossoblù con Beppe Nuti, giornalista di Telenord, nella 371ª puntata della rubrica di Pianetagenoa1893.net “Grifo d’Attacco”.
Un punto contro una diretta concorrente in una gara impregnata di tattica, povera di spettacolo. «Questa partita ha evidenziato nettamente la mancanza di fantasia dietro le punte, è il problema principale che la società Genoa deve risolvere attraverso il mercato di gennaio. La voglia era quella di non prenderle, infatti Vieira ci è riuscito pur colpendo due traverse ravvicinate, penso sia un primato assoluto: Leali ha vissuto una giornata non così difficile, anzi è stato chiamato in causa in un paio di occasioni dove si è fatto trovare pronto. In leggero calo Badelj, sostituito da Kasa che è un play mentre Masini è subentrato quando era necessario consolidare il risultato attraverso l’interdizione; Vitinha, di nuovo infortunato, è parso eccessivamente sacrificato sulla fascia. Le scelte a gara in corso di mister Vieira hanno generato un ampio dibattito, soprattutto per il mancato ingresso di Balotelli».
Lo stesso Balotelli ha calato l’asso di briscola con un’uscita social delle sue: Vieira sembra il destinatario. «Spero proprio che non si crei un caso perché il Genoa non ne ha bisogno. Sicuramente Mario sta bene dopo quasi due mesi di allenamento a Pegli: tuttavia, qualsiasi allenatore assume le proprie scelte in funzione della squadra e non per il singolo. Stavolta mi sento di dire che il mister ha fatto bene a lasciare in campo Pinamonti, che comunque agiva lontano dalla porta e sarebbe stata una grossa difficoltà per Balotelli, preferendo rafforzare il centrocampo per mantenere l’equilibrio. Tanti hanno criticato Vieira, in molti lo hanno fatto a sproposito o per partito preso. Ricordiamoci che questo non è ancora il “suo” Genoa e neppure il 4-3-3 che è intenzionato a proprorre nel girone di ritorno: è corretto giudicare un allenatore quando la sua creatura è definitiva, non un ibrido».
Il Genoa ha trovato la sua muraglia con la coppia “Ba-squez” composta da Bani e Vasquez? «Johan ha compiuto il salto di qualità: sa fare lo stopper vecchia maniera, sia a tre che a quattro, così come rompere la linea e proporsi in zone inconsuete, come richiesto ai difensori contemporanei. Bani, invece, è il volto buono dell’usato sicuro, un calciatore esperto che sa comandare il reparto senza abbassare troppo il baricentro della squadra. Con una coppia così forte, i tifosi devono capire la scelta professionale di Vogliacco: avrà sempre il Genoa nel cuore, ma vuole giocare perché si sente un calciatore di Serie A e ha pieno diritto di chiederlo. Spero che Alessandro non vada a rinforzare il Parma, prossimo avversario del Grifone, proprio in settimana ma, anzi, salga sul pullman ducale al termine della partita del Ferraris. Penso che il Genoa lo darà in prestito: Vogliacco può fare una crescita verticale proprio come Vasquez quando passò per sei mesi alla Cremonese».
Venti punti nel girone d’andata: bottino soddisfacente? «Sì, per come si era messa la stagione a seguito di una crisi tecnica e societaria, oltre all’ultimo posto in classifica toccato non troppo tempo fa. Occorre dire che al termine del girone d’andata il Genoa è salvo; nel girone di ritorno dovrebbero bastare 38 punti per essere solo spettatori della lotta per non retrocedere. Il Grifone ha un margine di vantaggio comunque minimo (3 punti) sulla zona rossa: non può scherzare, ma anzi proseguire con questo ruolino di marcia in trasferta che lo vede all’ottavo posto dietro a tre squadre che giocano in Europa come Bologna, Lazio e Fiorentina. Il campionato della parte destra della classifica è infido, non esistono squadre che si possano considerare già spacciate. La buona squadra è quella che prende punti nelle partite che noi a Genova definiamo “arrumentate”, sporche».
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Alessandro Legnazzi e Beppe Nuti