GRIFO D’ATTACCO – Genoa, il tempo stringe. Si salvano solo i giovani

Contro l'Inter grave confusione tattica e mancanza di organizzazione sulle palle inattive

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Il giornalista Beppe Nuti, voce e volto storico delle emittenti radio-tv genovesi

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Confusione, palese senso d’inferiorità e una squadra già svuotata in partenza, come se stesse giocando da mesi. Parleremo del momento rossoblù con Beppe Nuti, giornalista di Telenord, nella 224ª puntata della rubrica di Pianetagenoa1893.net “Grifo d’Attacco”.

Inter-Genoa, il conto dice 4-0. La maggioranza dei tifosi percepiva la batosta: lei era dello stesso avviso? «Non in questi termini, sebbene l’Inter sia una delle più serie candidate per la vittoria dello scudetto. Nel nostro ultimo articolo parlammo di squadra incompiuta, con incognite e scommesse in ciascun reparto: è ciò che si è visto ieri a San Siro, unitamente a una grave confusione tattica – troppi moduli cambiati – e la mancanza di organizzazione sulle palle inattive contro avversari come Skriniar e Dzeko, fenomenali nel gioco aereo. Il Genoa ha dilapidato un corposo vantaggio di circa tre mesi, accumulato già dalla salvezza acquisita anzitempo, per ricostruire la rosa. Duole dirlo all’esordio ma la squadra vista al Meazza è impresentabile, come impresentabile è stato il segnale di Dazn nonostante il costo alto del canone: partita in ritardo di almeno tre minuti, segnale appesantito e continuo buffering non fanno godere lo spettatore».

Fermo il modesto materiale a disposizione, l’hanno comunque sorpresa talune scelte iniziali di Ballardini? «Sì, soprattutto Biraschi al centro della difesa e Sturaro lungo la fascia, un ruolo che necessita una condizione atletica ottimale per non cadere in improvvisazioni. Non ho capito il collocamento in campo di Hernani, una volta alto e un’altra in linea con i centrocampisti, e la simultanea presenza di Badelj e Rovella in cabina di regia quando per tutta l’estate ci è stato detto che sono tatticamente incompatibili. Criscito ha giocato più in copertura dopo un’ammonizione ingenerosa perché precoce, il subentro di Sabelli ha dato qualcosa. Ballardini ha fatto debuttare in Serie A ben quattro giovani provenienti dal settore giovanile del Genoa (Kallon che si è divorato un gol, Cambiaso, Bianchi e Serpe) e sono stati proprio loro la nota meno stonata della partita».

Conto alla rovescia al termine del calciomercato estivo: meno nove giorni. Cosa si aspetta dal Genoa? «A questo punto il tempo è poco e le operazioni da perfezionare sono troppe, sia in entrata che in uscita. Spero, e presumo di non essere il solo, che Inter-Genoa imprima l’accelerata definitiva al mercato come la diede l’ormai celebre Catania-Genoa, con Ruben Olivera attaccante, di tredici anni fa. Il Grifone deve pescare almeno tre rinforzi capaci di fare gol – se ne sono persi troppi con le partenze di Zappacosta, Shomurodov, Scamacca e Destro – e alzare la cifra tecnica della squadra. Trovo inutile continuare a rincorrere infruttuosamente Lammers, la trattativa con l’Atalanta doveva essere troncata già parecchie settimane fa».

Domenica sfida al Napoli: il Popolo genoano torna al Ferraris un anno, sei mesi e sei giorni dopo l’ultima volta. «Non esiste un’altra squadra italiana oltre al Genoa così dipendente dalla spinta dei propri tifosi: Pippo Spagnolo mi diceva che ogni cinque calci d’angolo battuti sotto la Gradinata Nord che spinge nasce un gol per il Grifo. Il Napoli è una grande squadra, attrezzata per arrivare lontano in ogni competizione, per questo Ballardini non può compiere un miracolo nella settimana di lavori che lo attende: sono certo, invece, che i rossoblù reagiranno con orgoglio dopo un debutto disarmante. Cagliari sarà il primo banco di prova poiché ci saranno due settimane per preparare la partita e integrare gli uomini con il mercato chiuso».

Alessandro Legnazzi e Beppe Nuti

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