Nella gara di recupero della terza giornata di Serie A, rinviata a causa del focolaio Covid-19 divampato al Genoa, il Torino sbanca Marassi con il punteggio di 2-1. Parleremo del momento rossoblù con Beppe Nuti, giornalista di Telenord, nella 187ª puntata della rubrica di Pianetagenoa1893.net “Grifo d’Attacco”.
Il Grifone si sveglia al 94′: vince il Toro. «É una brutta sconfitta, la peggiore delle tre stagionali. Il gol del Torino è frutto di una leggerezza di Goldaniga mentre in occasione dell’autorete di Pellegrini, nato da contropiede, il Genoa era messo male, sfilacciato e lungo di reparto. Nel secondo tempo, poi, ho visto un Grifo all’inseguimento confuso di una fisionomia che non ha ancora trovato per molteplici motivi».
Da un punto di vista tattico, cosa non l’ha convinta dei rossoblù? «L’undici iniziale forse presuntuoso, con tre punte e due ali (Ghiglione e Pellegrini) prestate al ruolo di terzini. Sono mancate le coperture delle mezz’ali e la schermatura di Lukic, che ha fatto ciò che voleva alle spalle di Badelj. Inoltre Maran non ha inciso con le sostituzioni, alcune delle quali tardive come il subentro di Destro all’87’».
Ancora sopra le righe Scamacca e Rovella. «Per novantatré minuti di partita il talento fatto in casa è stato il migliore del Genoa: deve continuare su questa strada. Scamacca ha avuto un solo pallone buono e l’ha scaraventato in rete, facendo vedere la strega al pallido Giampaolo. L’attaccante era isolato, senza rifornimenti: alle sue spalle male Zajc e Pjaca, ma è insufficiente anche l’ingresso di Pandev. Boccio altresì la prestazione di Valeri: il rigore solare su Lerager poteva cambiare l’equilibrio della partita».
Domenica Genoa-Roma: cosa si aspetta dai rossoblù? «Mi aspetto una reazione tosta, sebbene l’avversario sia di livello massimo. La Roma ha un grande tridente e il gioco di Fonseca l’ha resa una squadra prolifica. Il Genoa, tuttavia, ha un rapporto gol fatti-gol subiti (1:2) troppo alto: Maran deve invertire la tendenza, magari con due mediani di ruolo e due punte per tenere più alta la squadra».
Alessandro Legnazzi e Beppe Nuti
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