Il Genoa di mister Vieira conquista un punto sul campo del Torino e conferma il suo cammino regolare. Parleremo del momento rossoblù con Beppe Nuti, giornalista di Telenord, nella 376ª puntata della rubrica di Pianetagenoa1893.net “Grifo d’Attacco”.
Il pareggio soddisfa qualcuno? «That’s it, come direbbero gli inglesi. Il Genoa è tutto qui. L’organico del Grifone è mediocre e il mercato di gennaio non l’ha rinforzato nell’immediato perché Cornet, Onana e Otoa hanno bisogno di tempo per allineare lo stato di forma rispetto a quello della squadra. Infatti, per scelta logica, mister Vieira parte dal presupposto di non subire gol per costruire le partite e, soprattutto, non rovinare i finali di gara che nel calcio moderno sono sempre più curati. Come l’anno scorso è valso per il gol in extremis di Radonjic, anche stavolta il Genoa è andato vicino alla beffa quasi concedendo un calcio di rigore da “zona grigia” regolamentare: Sabelli ha strattonato Sanabria ed ha rischiato, ma in tali situazioni-limite prevale l’impressione di campo. Ho apprezzato la capacità d’ascolto di Vieira, è una qualità rara: sotto di un gol, ha colto i suggerimenti del proprio collaboratore Unzué e ha proceduto alle sostituzioni».
Come risolvere il problema del gol? «Il Grifone ha poche risorse per risolvere il problema della prolificità offensiva. Tuttavia, se nell’ultimo terzo di campo giocano due uomini fuori ruolo, la conseguenza è trovare maggiori difficoltà offensive che comunque non spiegano del tutto il motivo per cui il Genoa sia il terzultimo attacco del torneo. Vitinha è un calciatore d’area di rigore, Miretti è sprecato quando gioca all’ala perché tende sempre ad accentrare la propria azione; quando sono entrati Zanoli e Messias è stato evidente a tutti il cambio di passo e di qualità. Ne ha beneficiato l’intera squadra che è riuscita ad alzare il baricentro ed essere pericolosa, ciò che nel primo tempo non si è verificato: Pinamonti, autore di una frazione di gioco da assetato nel deserto, ha messo a segno il suo settimo sigillo in Serie A che ha portato in dote l’undicesimo punto. I gol devono pesare, non contare».
Nonostante i risultati e la buona classifica, Vieira non è ancora amato da tutti. «Sì, l’ho colto pure io. Vieira merita maggiore considerazione e meno paragoni con il passato. Ha cambiato poco dell’impostazione tattica ereditata, è un punto di forza che denota umiltà e buon senso. Non capisco la ragione per cui il tecnico francese sia così poco apprezzato da una rumorosa minoranza rossoblù. Vieira è uno degli allenatori genoani più “mugugnati” che io ricordi, eppure le statistiche sono inconfutabili: la media punti è quasi raddoppiata e il Genoa, che ha perso soltanto contro Napoli, Roma e Fiorentina, ha staccato il terzultimo posto di 7 punti. Se la ragione della cattiva luce sotto cui è caduto Vieira è riconducibile all’annosa gestione di Balotelli, tale minoranza forse non ha capito che la società (composta anche da uomini di calcio come Ottolini, Marco Rossi e Rat) ha scelto di stare dalla parte del tecnico. Vi-eira ha delle motivazioni che signorilmente non espone al pubblico ludibrio».
Otto giorni separano il Genoa dalla partita con il Venezia. «Il Genoa ha dimostrato di non sbagliare i cosiddetti scontri diretti, o per meglio dire quelle partite contro avversarie inseguitrici in classifica. Il Venezia, che ha venduto molto ma attenzione a dire che sia segno di resa, ha una propria idea di gioco che mister Eusebio Di Francesco non deroga per nessuna ragione al mondo: proveranno a compiere il miracolo attraverso i principi offensivi dell’allenatore. Il Grifone sta camminando con regolarità anche se gli infortuni non cessano: Vieira ha perso Badelj il quale, dopo aver riposato a Firenze così come è stato scelto prudenzialmente per Bani ieri sera, è giunto al terzo infortunio stagionale. Sono calciatori dallo storico clinico piuttosto chiaro. Se l’infortunio è regolare, conta poco la preparazione quotidiana a Pegli, settore peraltro rinforzato da Jahier entrato nello staff di Vieira».
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Alessandro Legnazzi e Beppe Nuti