GRIFO D’ATTACCO – All’inferno e ritorno, il film della partita del Genoa

Abbiamo visto il vero talento di Amiri ma ora basta con dietrologie e sospetti

Drago Retegui Criscito Gudmundsson Gilardino Perugia Strootman Coda Portanova Sturaro Blessin Labbadia Rovella Shevchenko Nuti Genoa Ballardini 777 Partners
Beppe Nuti, giornalista di Telenord

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La rimonta del Genoa finisce in prima pagina: gli uomini di mister Blessin hanno ribaltato la Juventus con i gol di Gudmundsson e Criscito. Parleremo del momento rossoblù con Beppe Nuti, giornalista di Telenord, nella 264ª puntata della rubrica di Pianetagenoa1893.net “Grifo d’Attacco”.

Il calcio è bello perché regala emozioni indescrivibili. «Il destino genoano ha voluto che a cinque giorni dall’errore nel derby, nel corso dello stesso minuto e dallo stesso dischetto, Criscito segnasse. La partita del Genoa sembrava la trama di “All’inferno e ritorno”, pellicola bellica del 1955: a sei minuti dal termine sembrava tutto finito, poi c’è stata la reazione di pura volontà degli uomini di mister Blessin che hanno conquistato tre punti più importanti del mancato pareggio di sabato perché a due giornate dal termine tengono viva la speranza salvezza. Faccio un plauso alla Gradinata, il cui sostegno è emozionante: a fine partita Szczesny e Vlahovic l’hanno sportivamente applaudita».

Che partita ha giocato il Genoa? «Innanzitutto è stata una gara vera, la Juventus non la batti per caso (il loro motto “Vincere è l’unica cosa che conta” parla chiaro) sebbene fosse piuttosto evidente la gestione parsimoniosa di Allegri in vista della finale di Coppa Italia. Ho trovato positiva la fase difensiva rossoblù e la pressione sul portatore di palla avversario voluta da Blessin: i bianconeri avevano una manovra compassata, soltanto il giovane Fabio Miretti, classe 2003, si dimostrava più imprevedibile di calciatori plurititolati come Arthur e Rabiot. Dybala ha sbloccato il risultato con una giocata da campione, tirando di destro dalla distanza: nel calcio la qualità fa la differenza. Le parate di Sirigu e la grave imprecisione di Kean hanno tenuto in vita il Genoa che ha colpito nel finale scrollandosi di dosso l’apatia offensiva».

Come giudica l’apparizione di Amiri? «Finalmente abbiamo visto il vero talento di un calciatore la cui carriera parla a suo favore, tra Hoffenheim, Leverkusen e il percorso nelle giovanili della Nazionale di Germania coronato da un titolo Europeo Under 21 nel 2017, assieme a Gnabry che ora gioca nel Bayern Monaco: Amiri ha procurato l’ammonizione di due giocatori della Juve, servito un assist perfetto a Gudmundsson (ottimo il movimento alle spalle di De Sciglio) e si è pure emozionato a fine gara, sintomo che le critiche lo hanno toccato. Amiri può essere un giocatore determinante nelle ultime due uscite stagionali».

Appunto, il finale: che cosa aspettarsi? «Auspico che cessino la dietrologia e i sospetti, oggi provenienti da più parti, altrimenti il clima sarà sempre più velenoso e questo non fa bene a nessuno. Il Genoa sarà di nuovo in corsa soltanto se il Cagliari vincerà a Salerno: in tal caso, si riaprirebbero scenari che al momento appaiono impossibili, può subentrare la paura di non fare più risultato. É bene ricordare che anche in caso di retrocessione il Genoa ha ritrovato la passione dei suoi tifosi e la voglia di calcio pulito di una piazza passionale che ha fiducia nell’operato di 777 Partners: il conseguimento della Licenza Uefa è un piccolo ma significativo passo in avanti».

Alessandro Legnazzi e Beppe Nuti

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