Girardi: «Chi gioca nel Genoa resta per sempre rapito dalla maglia e dall’ambiente»

"Tenaggia" ha donato al Museo rossoblù la medaglia d'oro che gli regalò il prof. Pierluigi Gatto

Girardi
Sergio Girardi

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Festa ed emozioni sabato 13 maggio al Museo del Genoa. La pandemia è per fortuna ormai un ricordo, ed il Museo del Genoa, nelle persone degli attivissimi Giovanni Villani e Franco Abrile, sono ritornati con gli incontri e le premiazioni dei campioni rossoblù di tanti anni fa.
E sabato è stata la volta di un campione rossoblù indimenticabile, un atleta tutt’ora nel cuore dei tifosi, specie quelli con i capelli bianchi; è tornato a Genova, dopo ben 43 anni, un portiere icona che vestì la casacca genoana a metà degli anni ’70, cioè il grande Sergio Girardi.

Girardi, scuola Inter, vesti la maglia numero 1 dal 1975 al 1980, vincendo il campionato di serie B 1975/76 e collezionando il ragguardevole numero di 182 presenze.

I tifosi rossoblù e gli sportivi italiani lo ricordano anche perché fu il primo, se non l’unico, a libello professionistico ad entrare in campo ed a giocare con la “coppola” in testa, contrariamente a tutti gli altri portieri che mettevano il tradizionale capellino con la visiera, sfoggiando anche – tra i primissimi – maglie colorate, ad esempio di verde; allora i numeri uno giocavano in linea di massima con la maglia nera o blu.

Ad accoglierlo al Museo tanti tifosi ed un ex compagno d’eccezione, Claudio Onofri. Tanti ricordi, aneddoti, poi la visita al museo, dove “Tenaggia” Girardi si è dimostrato attentissimo, fermandosi a lungo davanti alle gigantografie di Franco Scoglio e di Capitan Signorini; tanto interesse anche per il prof. Garbutt.

E poi una lunga conferenza stampa, dove ha ricordato, come un fiume in piena, tanti aneddoti di quando giocava. «Non sono soltanto parole – ha detto convinto più volte – chi gioca nel Genoa resta per sempre rapito dalla maglia e dall’ambiente. Ricordo quando correvo verso la Nord ad inizio partita, ed al mio cenno di saluto, tutti si alzavano in piedi per ricambiare: sembrava che quella marea umana ti venisse addosso! Ti dava una carica incredibile! Qui a Genova ho conosciuto uomini importanti: dal presidente Renzo Fossati (a proposito a salutarlo è arrivato anche Gianni Fossati), al massaggiatore Craviotto, a Gigi Simoni (giocò con lui a Mantova anni prima) e soprattutto il Prof. Gatto. Quando me ne andai, mi donò personalmente una medaglia d’oro ricordo…». Girardi si commuove.
Ebbene, quella medaglia l’ha portata e donata al Museo rossoblu!

«Quando non ci sarò più – dice sorridendo – i miei figli non saprebbero che farsene, mentre qui in questo Museo, commovente, potranno vederla in futuro tantissimi tifosi. Il Genoa vivrà per sempre!».

Ed alle 14.30 la sua visita al Museo ed a Genova si è conclusa; a Mantova segue la compagine di calcio femminile. «Ho 4 ragazze fortissime, nei prossimi mesi le porto a provare per il Genoa Women» ha promesso a Onofri.

Ti aspettiamo, caro vecchio “Tenaggia”. La Genova rossoblu ti vuole dopo quasi mezzo secolo ancora tanto bene!

Franco Ricciardi

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